ORE 12 ITALIA
Hic et nunc
Ricerca a macchia di leopardo
di Pietro Romano
La vulgata ricorrente limita il ruolo futuro dell ’ Italia a una sorta di Disneyland delle antichità . Del resto , il nostro ultimo Premio Nobel non è stato un geniale guitto medievaleggiante , geniale ma pur sempre guitto , come Dario Fo ? E il Parlamento non è avaro , avarissimo , di menti scientifiche tra i suoi banchi al contrario dei Parlamenti post-unitari , ricchi di speranze e ribollenti di proposte ? E anche la letteratura dei primi decenni post-unitari così come degli anni cinquanta-sessanta del Novecento non è piena di ingegneri e medici come protagonisti ? Anche su questo fronte , però , l ’ autolesionismo nazionale – come al solito a braccetto con gli interessati concorrenti internazionali - cozza con la realtà . Per limitarci ai Nobel , le materie scientifiche ( dalla medicina alla fisica , dalla chimica alla biologia ) sono state
spesso premiate dall ’ Accademia di Oslo , in un arco di tempo che va dal lontano 1906 al recente 2007 . Il problema , allora , non riguarda i picchi ma l ’ humus . Tanto nelle scuole superiori che all ’ università trionfano ancora , perlomeno per numero , le materie cosiddette umanistiche . E molto scarse sono le risorse economiche dedicate alle scienze . Sono migliaia , però , i laureati italiani in materie scientifiche impegnati ai più alti livelli nel mondo . Ma se le scuole e le università italiane fossero così malridotte come vengono descritte riuscirebbero a “ sfornare ” tante eccellenze ? Lo stesso vale per la ricerca , l ’ innovazione e lo sviluppo . Secondo l ’ European Innovation Scoreboard della Commissione europea il nostro Paese arranca nella graduatoria mondiale per investimenti in R & S sul prodotto interno lordo lontano anni luce non solo dai leader mondiali come la Corea del Sud , il Giappone , gli Usa ma anche dai primi della classe europei , i Paesi scandinavi e via via i pari taglia della Ue : Germania , Regno Unito , Francia . Attenzione . Disaggregando la quota dedicata alla R & S sul prodotto interno lordo , uno striminzito 1,5 per cento o giù di lì , emerge che le imprese fanno la loro parte . Sono nella media europea come investimenti e riescono molto meglio come prodotti dell ’ ingegno . Fatta cento la media comunitaria di prodotti registrati , l ’ Italia si attesta a quota 134 . Le stesse piccole imprese - che un ’ altra vulgata ricorrente ama bollare come palla al piede della modernizzazione italiana - vanno molto meglio della media per innovazione brevettata e informale . In questo panorama a luci e ombre emerge la performance dell ’ industria farmaceutica che ha speso un miliardo e mezzo in R & S con oltre 6mila addetti diretti con il risultato di essere seconda alla Germania per fatturato e prima per export nella Ue . Il nostro Paese , insomma , si conferma ancora una volta a macchia di leopardo . La frammentazione delle centrali di spesa non aiuta gli investimenti . La quota pubblica di R & S , infatti , è quasi esclusivamente a carico dell ’ amministrazione centrale mentre le regioni , che hanno impegnato nel settore sanitario buona parte delle proprie risorse , per volontà o per costrizione destinano poco o punto alla R & S . Da qui il dato totale insoddisfacente . Passare dall ’ analisi alle soluzioni fa tremare le vene ai polsi . Cerchiamo – e ospiteremo – proposte .
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