Oloquantica Convegno White | Page 7

Carla C aporale La via della consapevolezza L’ambiente in cui veniamo al mondo ci condiziona pesantemen- te, a tal punto che poi diventa difficile riuscire a districarsi... Per orientarci nella vita siamo abituati a far affidamento su dei p u n t i d i r i f e r i m e n t o, ch e s o n o quelli propri della nostra cultura. Possiamo anche chiamarli conven- zioni. Alcuni di questi ci aiutano a muoverci con mag giore efficienza. Guardiamo per esempio le reg ole del traffico, sono delle convenzio- ni che evitano il caos... oppure le leg gi, che dovrebbero difenderci dai sopr usi... Ci sono quindi delle convenzioni che possiamo consi- d e r a r e u t i l i e va l i d e, v i s t o ch e dopotutto viviamo tutti insieme in questa nostra società, ed è chiaro che ci si debba reg olare gli uni con gli altri. Tuttavia rimane il fatto che se ci si lascia condizionare senza esser ne consapevoli, spostia- mo il punto di riferimento sempre fuori di noi, perché ci abituiamo a ricevere dall’ester no le direttive. Alcune persone individuano la gio- vane, altre invece vedono immedia- tamente l’anziana. Quando poi si fa notare loro come vedere la figu- ra che ai loro occhi era invisibile, s e n e s o r p r e n d o n o, a b b a s t a n z a diver titi pure, di quella scoper ta che, in un qualche modo, apre loro nuovi orizzonti. Cosa vedete in questa antica rap- presentazione persiana, due o quattro cavalli? ( C e s e s o n o 4 ! ) Il famoso storico della psicologia, l’americano E.G. Boring, por ta a e s e m p i o u n ' i m m a g i n e d ive nu t a molto nota per dimostrare l'ambi- g u i t à p e r c e t t iva ch e, p e r c e r t i versi, può ricordare le opere del- l'ar tista olandese M. C. Escher. I nve c e bisognerebbe sempre miscelare fra ciò che ci viene indi- cato dal di fuori e ciò che invece s e n t i a m o d e n t r o. O v ve r o s a p e r e ciò che la società ci chiede, e poi confrontarlo con ciò che noi pos- siamo/sentiamo di dover dare, così da trovare un modo, quello più e q u i l i b r a t o, p e r n o n p e r d e r e l a nostra integ rità. Per poterlo però fare è indispensabile sapere quali sono le nostre istanze. Sappiamo molto bene che ci sono menti più predisposte alle materie umanistiche e altre, invece, mag- gior mente predisposte al ragiona- mento matematico. Quindi anche l a f u n z i o n a l i t à d e l c e r ve l l o p u ò giocare un ruolo deter minante nella percezione della realtà. Ma non solo, gli studiosi della psiche umana sanno fin troppo bene che le emozioni colorano sempre la realtà dell’individuo. Quando si è innamorati si vede l a v i e e n r o s e , come si diceva una volta. Tutto splende e persino il vicino antipatico ci tocca meno con le sue lamentele! Ma se dentro di noi ci por tiamo appresso il peso di un vissuto neg ativo, costellato di paure, fr u- strazioni, sensi di colpa... è chiaro che la realtà ester na si manifesterà attraverso le lenti offuscate della nostra memoria. Q UA N T O R E A L E È I L R E A L E ? La consapevolezza e sapere quello che si sente, ma quell o che si sente e veramente reale? Ovvero, cosa è reale? Esiste una realtà og g ettiva? Non sempre cio che perce piamo noi è lo stesso che perce piscono gli altri. Osser vate, per esempio la p r i m a f i g u r a ch e r i t r ova t e n e l l a colonna qui a lato. Altre persone, pur troppo, non rie- scono a far fare alla loro mente quel salto che per mette loro di staccarsi dalle proprie convinzioni, passag gio indispensabile per poter vedere l'altra figura. Nella raffigurazione si possono vedere due donne: una è giovane, l'altra è anziana. ( I l v i s o d i p r o f i l o della giovane è il naso dell’altra!) 3 Nell’immagine dell’ar tista Marcus Pa r i s i n i ( v e d i p a g i n a s e g u e n t e ) , potete vedere la rappresentazione di un nobile animale: il lupo.