FUORI DALLA FINESTRA
Nel novembre del 1932 , in una pacifica Australia , scoppiò una “ guerra ” che , seppur di breve durata , si distinse per l ’ insolita natura del conflitto . Non tanto per la sua durata , quanto per i protagonisti coinvolti . Definita non a caso “ Guerra dell ’ Emù ” vedeva schierati , da una parte , l ’ esercito del paese dei canguri , e dall ’ altra un battaglione di migliaia di emù . Questi enormi uccelli , incapaci di volare , stavano devastando i raccolti nelle terre agricole dell ’ Australia Occidentale . Di fronte a questa minaccia , il governo federale decise di inviare in missione l ’ esercito , armato di mitragliatrici , per abbattere gli emù e liberare i territori .
LA PARTICOLARITÀ DEL CONFLITTO Inizialmente , per i militari , sembrava un compito piuttosto semplice , quasi banale , simile ad una comune battuta di caccia . Non era stata considerata , però l ’ imprevedibilità della natura : gli emù dimostrarono doti sorprendenti di agilità e adattamento , ben distanti dall ’ essere facili bersagli . Ben presto , i militari si resero conto che questi animali erano molto più veloci e sfuggenti di quanto immaginassero : si spostavano in piccoli gruppi e sembravano addirittura adottare una sorta di strategia per evitare gli attacchi . In un primo momento , le mitragliatrici vennero posizionate su treppiedi , ma vista la capacità di movimento degli obiettivi , furono subito spostate su camion in movimento : il terreno irregolare impediva di mirare con precisione e gli emù , agili e veloci , continuavano a sfuggire . Dopo settimane di tentativi falliti , i militari si resero conto di aver abbattuto solo una piccola parte degli “ invasori ” e decisero di ritirarsi . Gli emù avevano vinto , senza armi , grazie alla loro velocità e all ’ abilità di muoversi agilmente , mentre l ’ e- sercito australiano non riusciva a contrastare una tattica che non esisteva davvero .
Una nuova rubrica che ci spinge a guardare oltre i nostri abituali confini , per trarre spunti di riflessione da altri mondi e provare a delineare il futuro del comparto serramenti , senza porci limiti .
IL PARALLELISMO CON IL MONDO DEI SERRAMENTI A questo punto , qualcuno si chiederà cosa c ’ entri la guerra degli emù con il mondo del serramento . Eppure , sebbene oggi questa vicenda possa far sorridere , offre una lezione preziosa anche per le imprese . Affrontare il mercato e i concorrenti senza una pianificazione accurata è come tentare di fermare gli emù sparando a caso . Una strategia vincente non si basa solo su risorse e tecnologie , come pensava il governo australiano nel 1932 , ma su una comprensione profonda del contesto e delle dinamiche competitive . Alcune aziende investono in innovazione senza analizzare le esigenze dei clienti , credendo che un buon prodotto o una buona idea bastino . Altre si espandono in nuovi settori senza comprendere le normative o le abitudini di acquisto . Molti , infine , sperano di vincere puntando solo sul prezzo , senza rendersi conto che una guerra dei prezzi porta solo al ribasso , a meno di dominare completamente il mercato . L ’ esperienza della Guerra dell ’ Emù insegna che , se mancano un piano e una direzione congiunti , avere mezzi potenti non è sufficiente . Gli emù non erano invincibili , ma hanno avuto la fortuna di trovarsi di fronte un nemico presuntuoso e disorganizzato . Allo stesso modo , un ’ azienda senza una visione chiara rischia di sprecare risorse , tempo e opportunità .
COSA INSEGNA QUESTA STORIA Gli emù non sono degli esperti di economia , ma le aziende dovrebbero adottare un approccio opposto rispetto a quello del governo australiano . La chiave è osservare , analizzare e pianificare . Così come i militari avrebbero dovuto studiare meglio gli emù , un ’ azienda deve comprendere il proprio mercato e i competitor . Solo così si evita di trasformare una battaglia semplice in una sconfitta ridicola . La guerra degli emù ci ricorda che il successo non dipende solo dalla forza , ma dall ’ intelligenza strategica e dall ’ adattamento al contesto . Senza una strategia chiara , si rischia di ripetere gli errori dell ’ esercito australiano : grande potenza , ma nessun piano . L ’ abilità di interpretare il mercato e anticipare la concorrenza distingue le realtà destinate a prosperare . Gli emù vinsero proprio perché furono capaci di cambiare velocemente direzione e disperdersi quando necessario . Allo stesso modo , le aziende devono essere flessibili , adattando le proprie strategie e modificando i propri piani ogni volta che il mercato cambia , reagendo tempestivamente a nuove opportunità . L ’ innovazione , infatti , non è solo tecnologica , ma anche di pensiero .
VINCITORI E PERDENTI Alla fine , il governo australiano risolse ( quasi ) completamente il problema degli emù , costruendo lunghe recinzioni per proteggere le coltivazioni dagli attacchi di questi animali . Questa misura si rivelò molto più efficace nel contenere l ’ invasione . Il paragone con questi uccelli nella vita lavorativa dimostra come le aziende si trovino spesso ad affrontare tanti emù nel loro cammino : sono quei competitor che , pur di ottenere un ordine , ricorrono a tattiche irrealizzabili ( abbassamenti di prezzo , promesse di consegne impossibili da mantenere , sconti sulla posa , ecc .), senza una vera e proprio strategia . Imitando il governo australiano , le aziende “ emù ” possono essere tenute a distanza adottando un piano ben definito e strutturando l ’ organizzazione sulla base di obiettivi comuni . Questo consentirà alle imprese di costruire una protezione , una recinzione , rappresentata dal posizionamento , che le aiuterà a distinguersi , a farsi riconoscere e , magari , a ritagliarsi una quota di mercato ben definita e presidiata . La lezione della storia degli emù può sembrare divertente , ma è storia reale e il suo insegnamento è profondamente serio : senza una strategia chiara e capacità di adattamento , anche l ’ avversario più improbabile può diventare un ostacolo insormontabile .
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