Johann Wenzel (Venceslao) Peter
Settecento e i primi venti anni dell’Ottocento.
Già l’Elenco dei più noti artisti viventi a Roma –
fonte assai preziosa per gli studi sulle arti
romane di fine ’700 – steso nel 1786 dal pittore
e critico d’arte tedesco Halois Hirst (a Roma dal
1782 al 1796) documentav a l’alta con side -
razione in cui sin da allora il pittore era tenuto
presso la comunità artistica della capitale pon -
tificia 6 .
Nel suo elenco Hirst fa riferimento alle pitture
murali e ai dipinti su tela che Peter, prediletto dal
principe Marcantonio IV Borghese, aveva rea -
lizzato nell’ambito dei lav ori di decorazione
pit to rica e plastica che formarono il nuovo com -
plesso ornamentale della Casino N obile di Villa
Borghese a Roma. L’impresa, avviata dal principe
Marcantonio IV a par tire dal 1775, dir etta
dall’architetto Antonio Aspr ucci, diede vita in
pochi anni ad un esteso e pr estigioso insieme
artistico, fitto di rimandi er uditi e di allusioni
tematiche volte a celebrare la casata dei Borghese
e la straordinaria collezione di sculture antiche e
moderne ivi raccolte 7 . Tra il 1776 e il 1777 Peter
decorò le pareti del grande salone d’onore della
palazzina (il cui soffitto era con temporaneamente
affrescato da Mariano Rossi con Romolo accolto
Fig. 3: P. Palagi, Una sala della mostr a del C ampidoglio del 1809 , 1809,
disegno. Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio.
debiti che il principe av eva accumulato . Da
allora il dipinto risulta irrintracciato.
In questa prospettiva la tela di Peter qui
pubblicata assume un interesse ancora maggiore;
soprattutto dovendo ritenere che, con ogni
probabilità, fu commissionata da uno degli
esponenti dell’entourage che accompagnò a
Roma Gioacchino Murat in quei giorni. La
partenza dell’opera di Peter per Napoli e dunque
la sua definitiva scomparsa dallo scenario artistico
romano, insieme alla pr estigiosa provenienza
napoletana dell’opera qui illustrata e alla con -
siderazione che alcun soggiorno del pittor e
boe mo nella capitale partenopea è documentato,
data quasi con pr ecisione la sua esecuzione e
testimonia per via indiretta la committenza del
di pinto da parte di uno degli esponenti dell’am -
bito murattiano che fu a Roma con Gioacchino
e che poi con questi si dovette spostare a Napoli,
do ve il dipinto poté essergli verosimilmente
spedito.
Un dipinto simile a questo qui illustrato, ma con
la sostanziale variante dell’assenza del daino, si
conserva presso i Musei Vaticani (fig. 5) 5 .
Del resto, per tutta la sua lunga carriera, Peter
ebbe sempre una committenza di grandissimo
prestigio. Fu il pittore animalier più celebre e
ricercato della Roma di Pio VI Braschi e di Pio
VII Chiaramonti, tra l’ultimo quarto del
4
(Karlsbad, 1745 - Roma, 1829)
Sulle orme di Gioacchino Murat
Fig. 4: P. Palagi, Schizzo di dipinti esposti alla mostra del Campidoglio del 1809,
1809, disegno. Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio.
4
C. Fiorillo, Una vendita all’asta nel Real Museo Borbonico
(I), in “Napoli Nobilissima”, vol. XXVII, fasc. V-VI, set-
tembre-dicembre 1988, pp. 161-172: p. 170, n. 14: “Leone
che combatte con una tigre, di Peters, di palmi sette ed once
nove per nove ed once nove, valutato per 2000 ducati”.
5
Cfr. S. A. Meyer, scheda in Maestà di Roma da Napoleone
all’Unità d’Italia: Universale ed Eterna, Capitale delle arti,
catalogo della mostra di Roma (progetto di S. Susinno, rea-
lizzazione di S. Pinto con L. Barroero e F. Mazzocca), Mi-
lano 2003, cat. III. 4, p. 127.
Cfr. S. Rolfi, S. A. M eyer, L’“elenco dei più noti ar tisti
viventi a Roma” di Alois Hirst, in “Roma moderna e con-
temporanea. Rivista interdisciplinare di studi”, anno X, n.
1-2, gennaio-agosto 2002, La città degli ar tisti nell’età di
Pio VI, numero monografico a cura di L. Barroero e S. Su-
sinno, Roma 2002, pp. 241-261.
7
Sull’argomento cfr. I. Faldi, Galleria Borghese. Le sculture
dal secolo XVI al XIX, Roma 1954; P. Della Pergola, Villa
Borghese. Itinerari, Roma 1962; P. Mangia, Il ciclo dipinto
delle volte. Galleria Borghese, Roma 2001; Villa Borghese.
Johann Wenzel (Venceslao) Peter
(Karlsbad, 1745 - Roma, 1829)
Un leone e una tigre che si disputano un daino
1809
olio su tela, 81 x 103 cm
Il dipinto, inedito, è un rinvenimento di grande
interesse per la ricostruzione della parabola arti-
stica del pittore boemo naturalizzato romano
Venceslao Peter.
La tela, come documentano alcuni disegni del
pittore bolognese Pelagio Palagi (figg. 1-4), è una
versione di più piccole dimensioni dell’opera di
analogo soggetto esposta tra no vembre e di cem -
bre del 1809 alla celebre mostra allestita nelle sale
del Campidoglio dalle autorità napoleoniche per
salutare l’elezione di R oma a città imperiale,
subito dopo l’annessione degli Stati pontifici
all’Impero, il forzato allontanamento di papa Pio
VII Chiaramonti e la cessazione del poter
e
temporale della chiesa.
Il dipinto andato alla mostra del 1809, “grande
al vero” come ricordano le fonti dell’epoca 1 , fu
acquistato dal re di Napoli Gioacchino Murat,
recatosi in Campidoglio il 14 di novembre –
insieme al presidente della Consulta e governatore
di Roma generale S extius-Alexandre-François
Miollis, ad alcuni suoi generali e ai membri della
commissione incaricata della scelta delle opere da
presentare – per visitare l’esposizione che pochi
giorni dopo si sarebbe inaugurata.
Sulla visita di Murat in Campidoglio un anonimo
articolista del “Giornale Romano” del novembre
1809 scrisse che “La S. M. richiese” notizie sugli
“oggetti esposti e ne v olle particolare nozioni.
Tutto esaminò minutamente, e mischiando una
lode opportuna ad un premio generoso, accrebbe
alle arti di Roma la gloria d’una sua scelta”.
Il dipinto di Peter attualmente disperso – esposto
nella medesima sala che ospitava il Ritratto di Ida
Brun di Bertel Thorvaldsen e la grande statua
sedente della Sardegna scolpita da Felice Festa per
Roma 2010
Fig. 1: P. Palagi, Murat alla mostra del Campidoglio il 14 no vembre 1809,
1809, acquerello. Napoli, Museo di San Martino.
il monumento funebre del duca di Monferrato –
fu immediatamente trasportato a Napoli, insieme
alle opere di al tri tredici artisti acquistate da
Gioacchino. Collocato a Palazzo Reale, dove nel
1812 fu ammirato dalla viaggiatrice francese
Amélie Odier 2 , il dipinto vi rimase ben oltr e il
1815, anno della mor te di M urat e dell ’al lon-
tanamento da N apoli di sua moglie Carolina
Bonaparte dopo sette anni di regno (1808-1815) 3 .
Reinsediati i Borbone sul trono di Napoli, il
dipinto entrò a far parte della ricchissima raccolta
d’arte del principe Leopoldo di Salerno,
terzogenito di re Ferdinando I, e a Palazzo Reale
rimase fino al 9 settembre del 1854 quando,
valutato duemila ducati (cifra considerevole), fu
battuto all’asta che si tenne nelle stanz e del Real
Museo Borbonico di N apoli (oggi M useo Ar -
cheologico Nazionale) per fare fronte, insieme alla
vendita del resto della collezione, ai cospicui
Fig. 2: Particolare della Fig. 4.
6
2
F RANCESCA A NTONACCI D AMIANO L APICCIRELLA
Via Margutta, 54 - 00187 Roma
Tel.: +39 06 45433036 - +39 06 45433054
[email protected] Borgo Ognissanti, 54/56r - Firenze
Tel./Fax : +39 055 284902
[email protected]
Cfr. Spiegazione delle opere di Pittura, Scultura, Architet-
tura ed incisione esposte nelle sale del C ampidoglio il dì 19
novembre 1809, Roma 1809. F. A. Visconti, Lettere nelle
quali si dà conto delle opere di Pittura, Scultura, Architettura,
ed Incisione esposte nelle stanze del Campidoglio lì 19 novem-
bre 1809, in “Il Giornale del Campidoglio”, n. 71, Roma,
11 dicembre 1809, pp. 289-290.
A. Odier, Mon voyage en Italie 1811-1812, a cura di
D. Vaj, Genève 1993, p. 208: “Nous avons frémi devant
un tableau […] qui représente le combat d’un lion et d’une
tigre”.
3
Sulla raccolta di Murat vedi ora O. Scognamiglio, I dipinti
di Gioacchino e Carolina Murat. Storia di una collezione, Na-
poli 2008; per il dipinto di Peter p. 123 e relative note.
1
F RANCESCA A NTONACCI
D AMIANO L APICCIRELLA
2
1