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GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO  19:30 VENERDÌ 1 MARZO  20:30 SABATO 2 MARZO  18:00 SALA SANTA CECILIA DA 19 A 52 EURO Sinfonia "Leningrado" Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Andrés Orozco-Estrada direttore Ciro Visco maestro del Coro VENERDÌ 1 MARZO  19:00 SPAZIO RISONANZE Spirito Classico Petrassi Noche Oscura Shostakovich Sinfonia n. 7 "Leningrado" Introduzione all’ascolto con aperitivo Shostakovich iniziò a comporre la sua Settima Sinfonia durante l’assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo) da parte delle truppe naziste. Nella sua musica ritroviamo tutto il pathos di una condizione così drammatica e angosciante perché la musica ci proietta non solamente sul piano descrittivo ma anche in quello psicologico di un assediato, seppur particolare, come era Shostakovich, un artista, un uomo chiamato a interpretare la realtà e a sublimarla nella sua arte. Ecco perché la Sinfonia è da subito divenuta tra le più popolari ed eseguite del com- positore perché in essa si esprime in senso lato il sentimento di avversione verso la guerra, lo sgomento davanti all’invasore, l’orgoglio di una appartenenza e la speranza di una liberazione, di una vittoria finale contro la brutalità e il sopruso violento. Per queste ragioni la musica della "Leningrado" si eleva al di sopra del piano puramente descrittivo, che pure era nelle intenzioni di Shostakovich, per divenire un inno di libertà e una afferma- zione di positiva riscossa. Andrés Orozco-Estrada alla guida dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia presenta in apertura di programma uno dei capola- vori della musica italiana del Novecento, Noche Oscura di Goffredo Petrassi. La partitura è del 1951, il testo di Juan de la Cruz rappresenta l’incontro di un’anima con Dio, un incontro d’amore in senso mistico, immateriale. Anche questa compo- sizione è una risposta a una fase storica drammatica. Dopo le esperienze laceranti della guerra mettere in musica questo incontro spirituale traduce un’ansia di libertà, un desiderio di dimenticare e riafferrare qualcosa di alto, di sublime e riappropriarsi infine di una prospettiva costrut- tiva, di quella energia che finalmente possa cancellare il dolore delle esperienze vissute. Andrés Orozco-Estrada