Cosa fanno le diverse realtà, quali criticità incontrano,
quali prospettive intravedono
a cura di
Roberto
Camarlinghi
P
roponiamo di seguito una presentazione delle realtà che com-
pongono il Tavolo del Riuso. Le informazioni sono tratte da
interviste realizzate a ciascuna realtà, per questo mantengono un
carattere narrativo. A ogni realtà si è chiesto di descrivere le proprie
attività, di mettere in luce le criticità che fino a oggi hanno ostacolato
il loro sviluppo e di formulare eventuali proposte.
Associazione Vivi Balon
Cosa
facciamo «Organizziamo aree di libero scambio a Torino, finalizzate a of-
frire una seconda vita alle cose, ma soprattutto a permettere a una
fascia di persone, italiane e straniere, di integrare un reddito magro
vendendo cose raccolte nelle cantine, donate da chi non le utilizza
più, abbandonate vicino ai cassonetti. Inoltre facciamo advocacy per
operatori non professionali che hanno bisogno di una struttura dove
poter vendere le loro cose».
Criticità e
prospettive «Oggi per rottamai e raccoglitori manca una regolazione legislativa
nazionale. La si costruisce a livello comunale, ma con accordi di volta
in volta da rinegoziare. Gli operatori non professionali sono privi di
licenza e con una identità impalpabile; c’è il rischio che, in assenza
di una legittimazione, si scateni la guerra tra poveri e contro i poveri,
come purtroppo talvolta accade nelle strade dove organizziamo il
libero scambio.
Non si riesce a nobilitare questo tipo di attività, che anziché essere
chiamata “mercatino del riciclo e del riuso e dell’ambiente felice”
viene raccontata dai media e dalla politica come “suk”. Eppure è un’at-
tività che ha un impatto ambientale, ma anziché essere trattata come
una grande risorsa (400 operatori che ogni sabato, giornata del libero
scambio, sottraggono alla discarica quintali di rifiuti) è considerata
La mappa
del riuso
a Torino