trovare lavoro e abitazione, un frequente isolamento
sociale, ma anche una diminuzione dell’autostima
e della capacità di trovare soddisfazione e piacere
dalle proprie esperienze di vita (Ailas, 2006).
In ambito sanitario ancora poche ricerche hanno
indagato le conseguenze degli atteggiamenti negati-
vi rispetto all’erogazione di cure verso i pazienti con
disturbi d’uso di sostanze. Si possono comunque
evidenziare le seguenti:
• un ritardo nell’accesso alle cure (il timore dello
stigma e di reazioni negative è una delle principali
ragioni per cui non si cerca un aiuto professionale);
• una minor probabilità di completare il trattamento
(gli atteggiamenti negativi dei professionisti posso-
no contribuire all’abbandono delle cure e compor-
tare una diminuzione del controllo della salute da
parte dei pazienti);
• una qualità terapeutico-assistenziale non ottimale;
• un minor empowerment dei pazienti, con una ri-
caduta su autostima ed esiti dei trattamenti;
• una più difficoltosa collaborazione tra professio-
nista e paziente;
• un approccio relazionale di tipo evitante, con
minor ingaggio personale ed empatia (che si tra-
duce, ad esempio, in visite più brevi).
Gli effetti negativi
sulle pratiche di cura Strategie di contrasto
allo stigma
Si è già detto come lo stigma
implichi non solo un pre-giudizio
nei confronti della persona che
presenta una determinata carat-
teristica giudicata negativamente
all’interno di un contesto sociale,
ma anche la presenza di forme di-
scriminatorie.
I comportamenti discrimina-
tori correlati allo stigma sono
rilevabili in diversi ambiti di vita
della persona.
Le conseguenze più comuni si
riferiscono a forme di svantaggio
quali una maggior difficoltà nel
A questo punto merita chiedersi: quali strategie
possono essere efficaci per ridurre lo stigma? Come
migliorare gli atteggiamenti del personale sanitario
verso le persone di cui devono prendersi cura?
Proverò a elencare alcune strategie che, integrate
tra loro, possono favorire una miglior cura e presa in
carico, attingendo sia alla mia esperienza personale
che alla letteratura (tra cui Livingston, Milne, Fang
Amari, 2012, e Danda, 2012).
• a differenza delle persone omo-
sessuali o che si prostituiscono,
i tossicodipendenti non hanno
comunità forti, per cui gli inter-
venti di comunità è improbabile
che funzionino;
• negli Usa e negli altri paesi in-
dustrializzati i tassi di consumo
di droga sono più elevati tra le
minoranze;
• i programmi di riduzione del
danno che prevedono scambio
di siringhe spingono all’uso di
sostanze;
• il trattamento con metadone
(o buprenorfina) sostituisce solo
una droga con un’altra;
• le persone che usano sostanze
eccitanti sono tutti consumatori
gravi e senza controllo, che non
vogliono modificare i loro com-
portamenti a rischio;
• la paura è un deterrente efficace
per l’uso di sostanze.