My first Magazine Animazione Sociale | Page 42

Esistono cose essenziali per la vita umana. La cura rientra nell’ordine delle cose essenziali, perché per dare forma al nostro essere possibile dobbiamo aver cura di noi, degli altri e del mondo. Il nostro modo di stare con gli altri nel mondo è in- timamente connesso con la cura che abbiamo ri- cevuto e con le azioni di cura che mettiamo in atto. Siamo quello che facciamo e quello di cui abbiamo cura. È irrinunciabile aver cura della vita, per conservar- la nel tempo, per farla fiorire e per riparare le ferite dell’esserci. (Mortari, 2015) T ra gli operatori dei Servizi per le dipen- denze (Serd) vi è la percezione che, anche nei sistemi sanitari, siano presenti stere- otipi e pregiudizi nei confronti dei pazienti alcol e tossicodipendenti. Lo stigma che i professionisti della cura sarebbero tenuti a contrastare verrebbe dunque riproposto dai loro atteggiamenti nei ri- guardi dei pazienti. Da qui alcune domande: gli operatori sanitari quali atteggiamenti hanno verso le persone con di- sturbi da uso di sostanze? Esiste uno stigma nei loro confronti? Quali sono le conseguenze nella pratica terapeutico-assistenziale? E ancora: quali strategie può adottare il coordinatore del servizio per ridurre lo stigma presente tra i collaboratori? Esiste lo stigma nei servizi di cura? L’espressione del pre-giudizio... mobilita forze emotive profonde e potenti, molto più potenti anche delle più mature e raffinate risorse intellettuali, ca- paci di sopraffare e subordinare l’attività di giudizio ad ancestrali sentimenti di rifiuto, discriminazione e disprezzo. (Ailas, 2006) Il tema dello stigma rappresenta una particola- re prospettiva da cui osservare la dimensione della relazione di cura, della capacità di caring, che viene agita sia a livello individuale che organizzativo. Per avvicinarsi alla comprensione di questa deli- cata tematica, che interpella ogni persona che si occupa di relazioni di cura, risulta significativo dare voce ai professionisti stessi (1) . Narrazioni dall’esperienza clinica Alcuni contributi sottolineano l’importanza del lessico utilizza- to dagli operatori sanitari, che rimanda a rappresentazioni ne- gative dei pazienti. "È un tossico": questa espres- sione dice tutto sul giudizio verso questo tipo di paziente. È un’e- spressione usata dai familiari, dai pazienti stessi, dalla gente comu- ne, da noi operatori dei S erd o di altri Servizi. Ma se non ricerchia- mo le potenzialità della persona, se non diamo dignità, sarà sem- pre e solo "un tossico"! Ho riflettuto sull’uso delle parole usate dagli operatori sanitari che evocano lo stigma. Sono termini che influenzano pesantemente il vissuto del paziente rispetto alla patologia o all’intervento, antici- pando sempre un risultato nega- tivo. Non dovremmo mai dimenti- carci che la motivazione alla cura 1 / Ho invitato miei colleghi del Servizio per le Dipendenze A ulss 8 Berica a esprimere in forma personale frammenti di lavoro, pensieri e riflessioni emergenti dalla quotidiana operatività. È emersa una diffusione del problema anche negli ambienti sanitari, sebbene poco raccontata.