Muratori - testo di Edoardo Erba Muratori - testo di Edoardo Erba | Page 64
FIORE E ho fatto pure de più. Ciò provato,
Germa’. Era così bella... con quaa pelle... con
quei capelli sulle spalle... M’ha guardato dentro,
capito? Così nun m’aveva mai guardato nessuno.
Manco Marisa.
GERMANO Nun scherzà, Fio'...
FIORE Se vedeva che bruciava tutta. 'A voja je
usciva da i ochi... e a me è successo quarcosa,
nun so... quarcosa che è partito dar basso e che
m’è salito su su fin ar cervello... e lì nun c'è stata
più cosa, Germa’, nun c'è stata amicizia, più
niente...
Germano scende lentamente dall’impalcatura.
GERMANO Come ce li aveva i ochi?
FIORE Azuri, Germa’, du’ pezzi de cielo...
GERMANO E te come lo sai?
FIORE De che?
GERMANO Del'ochi.
FIORE T'ho detto che l'ho vista...
Germano non gli lascia finire la frase. Gli balza addosso come una furia. I due
si picchiano. Uno spintone di Germano manda Fiore a sbattere contro il muro.
Una parte del muro crolla aprendo una grande varco. Si alza una gran polvere.
Fiore guarda oltre il muro e si accorge di qualcosa. Si immobilizza. Germano
raccoglie da terra un mattone. Mentre sta per assestare a Fiore il colpo
decisivo, si accorge a sua volta di quello che c'è oltre il muro e si blocca.
La nuvola di polvere si dirada. Oltre il muro c’è un antico fienile. Come
risucchiati dalla visione, i due entrano nella breccia e chiamando: Giulia!
Giulia! spariscono alla vista. Le loro voci si allontanano sempre di più fino a
perdersi nell’eco.
Sulla breccia compare Giulia e sorride enigmaticamente.