Che Mondiale si aspetta?
Penso che sarà un Mondiale speciale con del buon calcio: grandi giocatori,
molti gol, tecnologia al servizio del calcio che lo renderà migliore e che
aiuterà i media per la divulgazione.
Tra le 32 squadre di Russia 2018, quali sono, secondo Lei, le migliori?
Ci sono tante buone formazioni e c'è spazio per scegliere secondo i gusti
di ognuno: le mie preferite sono in quest'ordine Brasile, Spagna, Francia e
Germania
E tra queste fa effetto non ci sia l'Italia...
La mancanza di una squadra che ha vinto quattro volte il Mondiale è una
brutta notizia per il calcio. Dovrebbe essere un punto di partenza per
tornare a essere più grande, dopo aver fatto un'analisi che permetta di
capire il perché di quello che è successo.
Quali allenatori preferisce? Vede qualche suo erede?
Non credo ci siano eredi, mi piacciono Löw, Guardiola, Roberto Martínez,
Tite.
Quali sono le sue aspettative e come vede la sua Colombia?
Da colombiano spero faccia meglio che in Brasile. Ma nel calcio non ci
sono solo i desideri, sono i giocatori a dover costruire il proprio cammino
partita per partita.
Crede che i Cafeteros siano una squadra matura?
Penso di sì, ci sono 7-8 giocatori che c'erano già in Brasile e la maggior
parte gioca nei top club europei.
Lei di Mondiali ne ha vissuti tanti da spettatore e due in panchina. La
partita che ricorda di più?
Italia-Brasile del 1982. Uno nasce tifoso del Brasile per il suo modo di cer-
care i risultati e quella fu delle migliori nazionali verdeoro di sempre.
Tuttavia quella partita si è persa ma sempre rispettando la forma per cer-
care i risultati.
Presente, passato ma anche futuro. Quali sono i suoi progetti “Profe”?
Tornare ad allenare. Partendo dalla possibilità di trovare un progetto
serio, questo mi spinge ad imparare tutti i giorni e questo mi serve
per vivere.
MF MAGAZINE