Metato 69 bozza 20 agosto | Page 22

Idee Le matite del Prof. Contengono pensieri e riflessioni, piccoli grandi messaggi che i ragazzi sono liberi di utilizzare come meglio credono nel loro percorso verso la maturità. Alla maniera di Fernando Betti architetto... Non sono altro che segnalibri, che compongo con del cartoncino colorato e sui quali poi decoro con china bianca, una traccia della matita perchésimbolo di un oggetto che lascia il segno od un ricordo. Poi su questi cartoncini sagomati incollo una frase o un bel pensiero che traggo da una poesia o da un libro o da un giornale; una locuzione che può diventare importante per chi legge perché dà luogo a riflessione e si può conservare in un libro come segnapagina. Tutto questo piccolo lavoro, che svolgo ancora periodicamente è iniziato qualche anno fa, partendo da piccoli messaggi che scrivevo sui “postit” e lasciavo sulla lavagna alle classi che frequentavano l’ultimo anno del corso scolastico er che dovevano alla fine affrontare gli esami di maturità. Erano e sono espressioni di Non importa fai; il lavoro che l’importante è ui lo fai. l’amore con c S.J. Escrivà La belle zza non è ciò che gli occhi v edo ma ciò che lo s no pir vede sen za gli oc ito chi. G. Mich elucci saggezza che tuttora “confeziono”, che hanno lo scopo di indurre i ragazzi alla riflessione e possono loro trasmettere anche un po’ di ottimismo, cosìche conforto e senso di quiete si generino negli studenti che si avvicinano alle prove di giugno. Nella rete di informazioni, i discenti si rivelano soggetti attivi in grado di vagliare, secondo propri criteri, quei messaggi accrescendo la capacità di interpretazione autonoma di quanto loro proposto. È una sorta di informazione informale e le “diciture” non mirano ad elevarsi su poosizioni esclusive o dominanti, bensì hanno la proposizione di presentarsi per quel tanto da poter essere recepite come anche da loro cestinate. Fu proprio all’Istituto Pacini di Pistoia che qualche anno fa, in commissione di esami, mi inventai le matite del Prof perché al termine dei colloqui donavo agli esaminati un segnalibro, sul quale appariva una nuova frase adattata per l’occasione. Era un augurio ricordo che dedicavo a quella bella gioventù in procinto di fare ingresso nel mondo dell’università o del lavoro, universi ai quali era ispirato ed è ancor oggi elevato il mio pensiero. Un giorno anch’io raccoglierò le olive come i poveri... e come loro avrò il sole da regalarti. (A. Fagnoni) 22 • Il Metato