LA CREAZIONE DI ADAMO ED EVA
Il buon Dio che avea creato gli uccelletti il mare e prato piantò l’albero del pomo e poi disse: ora fo l’uomo e a un mastello s’appressò e a far l’uomo incominciò. Prese la lingua di un pappagallo e l’alterigia di un grosso gallo prese al leone la prepotenza ed al somaro tutta la scienza prese le corna ad un grosso bue la voce la prese dall’orco vi mise pure un pezzo di porco. Mesta mesta gira gira Per tre notti e per tre dì Mesta mesta gira gira ecco l’umano qui uscì Disse Adamo questa è una cuccagna ma però senza compagna ci si annoia mortalmente ma il buon Dio (...) e a far la Donna incominciò Una civetta butto nel tino Prese della volpe il cervello fine Prese la lingua di un gran serpente e dell’oca prese la la mente la vanità la prese al pavone mise di cipria uno scatolone Prese la lacrima d’un coccodrillo vi mise pure parecchi grilli mise un pezzetto di ceralacca vi mise pure un pezzetto di vacca Mesta mesta gira gira Con il frutto proibito si levaron l’appetito perché mai disse Dio impermalito trasgredire al mio divieto al mastello s’appressò e a punirli incominciò Buttò nel tino trenta scorpioni e della tigre ci mise gli unghioni trenta cartucce di dinamite quaranta chili di balestite la barba e i baffi di cento briganti Vi mise pure i gassi asfissianti.
Il Metato • 17
città più io e i miei amici si chiese il permesso di andare a Gerusalemme e Betlemme ce lo dettero si andò col pulma, a Gerusalemme si andò dai frati Italiani e loro ci fecero visitare tutte le vie crucis di Gesù dove era nato a Betlemme l’orto degli ulivi il tribunale dove fu giustiziato e il calvario dove finì messo in croce e poi la tomba dove è sepolto, son cose bellissime da vedere. Capitolo VII Finalmente i sei mesi bene o male passarono verso il venti di dicembre una mattina arrivò dei cami ci fecero salire e ci portarono alla stazione di Gaza e li si salì su una tradotta e ci dov evano portare al campo 180 che era come si sapeva il campo di rimpatrio, fu una notte un po’ triste arrivati vicino a un campo di concentramento era buio, si scese dalla tradotta si camminò più o meno un chilometro e due, si arrivò al campo di concentramento invece di esser il 180 era il 390 ci dettero delle tende e li si pernottò fù una nottata tremenda qui non si rimpatria più. La mattina sveglia presto ci riinquadronno a piedi si ripartì, si fece circa otto 10 chilometri camminando era deserto iniziato il cammino in pieno deserto ci si avvicinava a un’ altro campo di concentramento con la speranza fosse il 180, effettivamente era il 180, la contentezza fu tanta lì si passò il natale del 46, e il primo dell’anno 1947 giorni e notti che non passavano mai finalmente la mattina del sei gennaio arrivò dei
cami si salì sopra (perché nessuno ci diceva nulla) finalmente si arrivò a porto Sai ci fecero scendere navi non ce nera, c’era degli zatteroni ci fecero salire, e si partì si era due zattere 300 ogni una. Arrivati fuori porto un po’ lontano si vide due navi, mentre ci si avvicinava si vide la bandiera Italiana che sventolava,li credo a tutti noi un nodo di pianto e di gioia finalmente la prigionia era finita era la nave Garibaldi e la nave Cuccoli, il nostro zatterone ci affianco alla Garibaldi, salito sopra i marinai Italiani ci accolsero con gioia, finalmente si era con italiani e ci si capiva bene e ci dissero che si sbarcava a Taranto e infatti lotto di mattina si sbarcò a Taranto come avevano detto, e così si scese sul suolo Italiano. Giorno dopo giorno finalmente arrivai alla stazione di Pistoia tutta devastata dalla guerra e deserta, arrivati alla stazione, vidi Sergio e la Norma, e così a casa ero vicino, si andò in Capostrada che ci stava la Delfina sposata con Otello e avevano avuto un bambino Roberto. Mio cognato prese un taxi e ci portò al fiume e si venne su a piedi, arrivati a mezza redola c’era il mio babbo appoggiato a una colonna, non posso descriverlo arrivato nell’aia c’era molta gente di Pupigliana, mia mamma era in cucina a sedere mi prese in braccio come un bambino. E finalmente disse mia mamma la mia famiglia si è riunita tutta, era il 15 gennaio 1947.
A pagina 15 la carta di identificazione del prigioniero. In alto, l’intestazione di una delle lettere spedite alla famiglia. Qui a fianco, la trascrizione del canto “La creazione di Adamo ed Eva” scritto da Albino Baldi presumibilmente insieme ai compagni di prigionia. Nelle due pagine seguenti, la riproduzione del manoscritto originale.