La strada che taglia in due il parco e che arriva al mare nella località balneare di Matalascanas, un'oasi di spiagge e divertimento all'interno dei confini del parco, divide in due gli ambienti costieri delle dune, a nord le dune fossili fisse e a sud le dune mobili.
Durante il tour abbiamo anche visitato una antica villa padronale, il palacio Acebròn, ricco di reperti storici della vecchia gestione del parco quando veniva sfruttato a fini venatori.
Nella giornata trascorsa da soli ci siamo recati nella cittadina di El Rocìo, che sorge al confine del parco al limitare di una palude di acqua dolce piena di cavalli selvaggi al pascolo, dove è anche possibile vedere i cervi abbeverarsi. Percorrendo a piedi i sentieri praticabili al confine della palude e di libero accesso, oppure dalla terrazza panoramica del Centro Ornitologico Francisco Bernis, abbiamo avuto la possibilità di scattare qualche fotografia e di fare discreti avvistamenti.
El Rocìo è una cittadina affascinante e unica nel suo genere. Quasi per tutto l'anno è disabitata ma 50 giorni dopo il termine della Settimana Santa si popola di circa un milione di persone in festa che giungono in pellegrinaggio a piedi, in carro o a cavallo dalle provincie vicine. Sono le confraternite che si riuniscono per festeggiare la Madonna del Rocìo e portarla in processione per le vie del paese.
(fine prima parte)
muro davanti all'oceano e le dune di sabbia mobili, dove la vegetazione non autoctona, come il pino marittimo, muore soffocato dalla sabbia quando questa lo ricopre; mentre la vegetazione autoctona con radici “galleggianti” riesce a sopravvivere navigando con la duna durante il suo spostamento.
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Sotto: dune mobili