MAGAZINE 7 MAGGIO RIVISTA DEFINITIVA 7 MAGGIO | Page 18

CRITTOGRAFIAMO Lettere a caso o messaggio nascosto? La parola crittografia, o cifratura, deriva dal greco kryptós, che significa nascosto. E’ una tecnica in continua evoluzione dai tempi più antichi (molto usata durante le guerre e dai servizi segreti), che oggi viene utilizzata anche per assicurare la riservatezza e l'autenticazione Non mira a nascondere il messaggio in sé, ma il suo significato. Per rendere incomprensibile un testo, lo si altera per mezzo di un procedimento concordato dal mittente e dal destinatario. Con la crittografia, un messaggio o, più in generale, un qualunque file di dati (testo, immagini, musica, ecc.) è trasformato in un insieme di segni e simboli assolutamente privi di significato per chi non conosca la "chiave" giusta per decifrarli. Ci sono tanti modi per ottenere questo risultato. Uno di questi è la cosiddetta crittografia sostitutiva, in base alla quale ogni carattere o gruppo di lettere di una parola viene sostituito e permutato, secondo una certa regola (che viene "riassunta" nella chiave), con altri caratteri, magari anche di un altro alfabeto. Il problema cruciale della crittografia è sempre stato la gestione della chiave. Anche il sistema di cifratura più sofisticato non serve a nulla se non si riesce a garantire la segretezza della chiave. . La crittoanalisi è l'insieme delle tecniche impiegate per sconfiggere i meccanismi di crittografia e la crittologia (dal greco kryptòs lògos, parola nascosta) rappresenta l'insieme della crittografia e della crittoanalisi. Oggi non si parla più solamente di cifratura, l’identificazione è divenuto un concetto fondamentale; in una realtà regolata da scambi di documenti l’operazione di firma è un requisito che non può venire a mancare a prescindere dalle modalità di comunicazione. A questo scopo la crittografia mette a disposizione alcune tecniche tra cui la firma digitale, che ai giorni nostri viene utilizzata nell’ambito del commercio elettronico, delle transazioni in rete e in ogni documento in cui sia necessario per il destinatario attestare con certezza la fonte di quel documento. Svetonio nella Vita dei dodici Cesari racconta che Giulio Cesare usava per le sue corrispondenze riservate una cifra monoalfabetica molto semplice, nella quale la lettera chiara viene sostituita dalla lettera che la segue di tre posti nell'alfabeto: la lettera A è sostituita dalla D, la B dalla E e così via fino alle ultime lettere che sono cifrate con le prime come nella tabella che segue (che fa riferimento all'odierno alfabeto internazionale). Svetonio non dice nulla su come cifrare le ultime lettere dell'alfabeto; di solito si intende che si proceda circolarmente ricominciando dalla A come nella lista seguente (alfabeto latino): Chiaro ABCDEFGHIKLMNOPQRSTVX Cifrato DEFGHIKLMNOPQRSTVXABC Più in generale si dice cifrario di Cesare una cifra nella quale la lettera del messaggio chiaro viene spostata di un numero fisso di posti, non necessariamente tre; un esempio è la cifra che sempre secondo Svetonio era usata da Augusto, dove la A era sostituita dalla B, la B dalla C fino all'ultima lettera dell'alfabeto latino, la X, che era sostituita da una doppia A. Poiché l'alfabeto internazionale è composto da 26 caratteri sono possibili 26 cifrari di Cesare diversi dei quali uno (quello che comporta uno spostamento di zero posizioni) darà un cifrato uguale al messaggio chiaro iniziale. Dal punto di vista della crittanalisi il cifrario di Cesare è debolissimo essendoci solo 25 cifrari diversi. 18