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Daan Roosegaarde
P
rogettista visionario, Daan Roosegaarde
è conosciuto a livello globale per i suoi
lavori che connettono uomo, spazio
e tecnologia allo scopo di creare un mondo
migliore. Definito dall’autorevole New York
Times come “un hippie con un business plan”
per via del suo approccio progettuale che
mescola lo sguardo di un autentico sognatore
alla pragmaticità di un professionista navigato,
Roosegaarde studia sistemi per rendere
gli spazi urbani più vivibili e più green.
Nonostante la sua giovane età – ha solo
trentanove anni – ha al suo attivo diverse
importanti collaborazioni con istituzioni del
calibro del Rijskmuseum di Amsterdam, del
Design Museum o della Tate Modern di Londra.
Ha suscitato grande interesse e stupore la sua
ultima opera, un’installazione pionieristica che
abbatte i confini della “tradizionale”
illuminazione cittadina riscrivendone
completamente le regole e i modi di attuazione,
tracciando un futuro virtuoso verso un ambiente
a zero emissioni e zero inquinamento luminoso.
Alla fine del XX secolo, nei Paesi Bassi iniziarono
gli imponenti lavori per il Zuiderzeerwerken,
un sistema artificiale di sbarramenti e drenaggi
che hanno “prosciugato” il golfo di Zuiderzee
trasformando quello spazio in polder,
i tradizionali terreni agricoli olandesi strappati
al mare. Tra gli interventi più imponenti
all’interno di questo programma figura
certamente la costruzione della diga Afsluitdijk
nel 1932. Lunga ben 32 km, ospita sulla sommità
un’autostrada larga ben 90 metri, un
collegamento vitale per il Paese in quanto
percorsa ogni giorno da migliaia di automobili.
Dopo ottantacinque anni d’intenso uso,
questa ciclopica infrastruttura è ora in fase
di manutenzione e rinnovamento.
Con l’occasione, il governo centrale ha ribadito
la sua importanza pratica, ma ha anche posto
l’accento sul suo inestimabile valore storico
e sul suo essere un’icona dell’ingegneria e
dell’architettura industriale a livello nazionale.
Proprio in virtù del suo interesse, la diga
Afsluitdijk è stata eletta da Daan Roosegaarde
e dalla sua squadra pluridisciplinare di esperti
come luogo perfetto per mettere in scena
il progetto Icoon Afsluitdijk. Al momento
dell’inaugurazione, sono state forti le parole
di stima pronunciate da Michèle Blom, direttore
generale del Rijkswaterstaat, l’organo
responsabile del design, della costruzione, della
gestione e del mantenimento delle più
importanti infrastrutture dei Paesi Bassi:
“L’Afsluitdijk è un simbolo nazionale del nostro
passato e della nostra futura relazione con
l’acqua. Il design di Roosegaarde enfatizza
il valore culturale e storico della diga Afsluitdijk
come ‘carta di credito internazionale’
per l’ingegneria idraulica olandese e per
l’innovazione. Raccomando a tutti una visita
in questo luogo davvero speciale”. Il lavoro di
Roosegaarde era composto di tre diverse parti:
due installazioni temporanee (che sono state
smantellate nel gennaio scorso) e una
permanente. Le opere non più visibili
comprendevano Windvogel, degli aquiloni
che generavano energia elettrica sfruttando
la forza del vento; la notte, le corde di
ancoraggio degli aquiloni si accendevano
di colore verde intenso e le strutture
sembravano danzare nell’oscurità. È stata
smantellata anche Glowing in the Dark,
una serie di oggetti luminosi rivestiti da alghe
bioluminescenti che s’illuminano sfiorandole
leggermente con le mani. L’idea di unire uomo,
biologia e tecnologia cerca o vuole – forse
utopicamente – trovare un nuovo modo di
risolvere l’illuminazione degli spazi pubblici.
Di maggiore interesse è però il terzo dei lavori
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