LUCE estratti LUCE 319_Ferrari_La magia di Lione | Page 6
Sans dessus, dessous. Joseph Couturier
Arboré'lum. Erick Barray
E
mozionante, divertente, stupefacente:
la Fête des Lumiéres di Lione non ha
deluso le aspettative e si è riconfermata,
nell’edizione 2016, come uno degli
appuntamenti più interessanti nel panorama
del lighting europeo. Dopo uno stop per il 2015,
una decisione sofferta presa in seguito ai
sanguinosi attacchi terroristici del 13 novembre
dello stesso anno a Parigi, la città si è rialzata
e ha saputo nuovamente richiamare
l’attenzione di milioni di persone durante
il “ponte dell’Immacolata”. Le ingenti misure
di sicurezza, i cordoni di polizia e i militari
armati appostati a ogni angolo non hanno
smorzato il clima allegro e gioioso dell’evento.
Un vero e proprio fiume umano composto da
giovani sorridenti, coppie, famiglie con
bambini piccoli, anziani del posto e turisti
da tutto il mondo ha letteralmente invaso
il centro storico. Le vie e i ponti della Presq’île
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LUCE 319 / SPECIALE
sono stati trasformati in una grande zona
pedonale dove tutti hanno ammirato le
installazioni luminose, lasciandosi coinvolgere
dalla magica atmosfera con animo di fanciulli
e combattendo il freddo con un bicchiere
di vin chaud. Passeggiando tra le strette strade
del Vieux Lyon, camminando nelle vaste piazze
o sui grandi boulevard commerciali,
ci si trovava coinvolti in un mondo parallelo
e surreale, fatto di suoni, colori e stimoli visivi
diversi ad ogni angolo. Palazzi, chiese, parchi,
cortili… Tutto è stato ridisegnato dagli
interventi artistici che per tre sere – 8, 9, 10
dicembre, dalle 20.00 a mezzanotte – hanno
creato prospettive inedite e scorci visionari.
La tradizione della Fête des Lumiéres
ha però un’origine diversa, molto distante
dalla coreografica manifestazione in cui
si è trasformata oggi. Nel XIX secolo, la sera
dell’Immacolata Concezione, gli abitanti erano
soliti addobbare finestre e balconi delle
proprie abitazioni con candele in onore della
Vergine di Fouvriére, venerata nella cattedrale
dell’omonima collina che sovrasta il cuore
di Lione. Da dieci anni a questa parte l’usanza
è stata trasformata in una vera e propria “festa
urbana”. I lumini sulle case rimangono,
ma il fulcro dello spettacolo sono i lavori
di designer, architetti, registi e creativi,
concepiti ad hoc per dare un nuovo aspetto
al quartiere. I lavori sono scelti da una speciale
commissione che, oltre al valore artistico,
ne valuta l’impatto ambientale. La precedenza
viene data a tutte quelle opere che hanno
un occhio di riguardo alle tematiche verdi,
che utilizzano materiali riciclabili e facilmente
trasportabili, che prediligono sorgenti luminose
a risparmio energetico. L’attenzione è tale che
per tutto il festival viene utilizzata solo lo 0,1%
dell’energia elettrica consumata ogni anno
in città! Non c’è un tema da seguire, gli artisti
sono liberi di creare seguendo il loro estro.
Così le 39 installazioni dell’edizione 2016
alternavano momenti ludici, angoli intimi,
scenografie spettacolari. Molto apprezzati
dalla folla lo spettacolo della proiezione
Évolutions di Yann Nguema e Ez3kiel, che ha
ridisegnato il fronte principale della cattedrale
di Saint-Jean, i simbolici arrivi e partenze
di Voyage sulla facciata della Gare Saint-Paul
a cura di Camille Gross e Leslie Epsztein
o la giocosa riflessione di un anziano signore
con il suo amico gufo in Place des Terraux
(Sans dessus, dessous, di Joseph Couturier).
Leggermente “off circuit”, ma semplicemente
fantastica, la proiezione Crystal Cloud,
di Urbanscreen, al Musée des Confluences.
La splendida architettura decostruttivista di
Coop Himmelb(l)au ha subito una metamorfosi
totale grazie a laser e texture che ne seguivano
gli spigoli e le aperture vetrate della parte
di edificio affacciata direttamente nel punto
in cui il Rodano e la Saona si uniscono in
un unico fiume. Visibile da gran parte della
Presq’île, il geniale Soleil di Philippe Cotten
sulla Collina di Fourvière. Un grande sole
che sorgeva, splendeva e tramontava a pochi
passi dalla Basilica di Notre-Dame, illuminando
con i suoi raggi l’intero pendio fino al Palais de
Justice, dando vita a scenari unici in una sorta
di ciclo notte-giorno poeticamente accelerato.
Davvero divertente l’associazione di musica
e luci nella danza ad alto tasso di tecnologia
di Roboticum realizzata da Yves Moreaux
in Place Bellecour, nel cantiere trasformato in
discoteca con La Bétonnière boule à facettes di
Benedetto Bufalino e Benoit Deseille, durante
la sfilata di Les Lampadophores creata da
Stéphane Blanchard e nel concerto elettronico
di Un piano sous la neige di Jean-Luc Hervé
nella più raccolta Place Sathonay. Ma la Fête
des Lumiéres è anche ricerca e sperimentazione
di nuovi materiali, come il tessuto luminoso
di Platonium, il grande chandelier di Eric
Michel e Akari-Lisa Ishii nella corte dell’Hotel
de Ville o la scultura olografica Crystallized
di Theoriz all’interno del Musée Gadagne.
Allegria e clima spensierato non hanno
abbandonato le strade neppure dopo
lo spegnimento delle luci. Il ricordo di uno
spettacolo così grandioso rimane nei cuori
e nella mente di chi vi ha partecipato e aspetta
con trepidazione la prossima edizione!