LUCE estratti LUCE 313_Cillo_Silvia Tarquini | Page 7

di coscienza e scelte. Nel caso di Crisafulli e Bigazzi abbiamo scoperto che la loro estetica è profonda- mente legata a rigorose posizioni etiche; nel caso di Lanci, a un approccio fondato sulla spiritualità. In questi volumi cerchiamo di intrecciare e fondere il piano del racconto con quello della riflessione, applicata sia al versante estetico che a quello tec- nico. Individuare la giusta struttura, diversa per ogni libro, è un lavoro molto creativo e appassio- nante, che richiede grande cura e un lungo periodo di lavorazione. Comporta un impegno notevole an- che da parte dell’artista, che viene invitato a ricor- dare, riflettere, rimettere in campo pensieri, scelte ed esperienze in maniera particolareggiata. Il successivo volume della collana? È un libro-intervista sul direttore della fotografia e regista Daniele Ciprì, forse ancora oggi più noto per la sua lunga collaborazione con Franco Maresco, nel binomio Ciprì & Maresco. Ciprì è un un artista a tutto tondo e un grande direttore della fotografia. L’intervista è condotta da Elena Fedeli, a sua volta direttore della fotografia. Dai nostri primi incon- tri, ho capito che Ciprì è molto interessato ai nessi profondi tra luce e narrazione. È siciliano, e per lui è importante il “cunto”, il racconto. Mi ha sorpre- so la sua posizione molto convinta a favore della pellicola e contro il digitale, posizione opposta, ad esempio, rispetto a quella di Bigazzi. Le argomen- tazioni che ha espresso in proposito le ho trovate sorprendenti, profonde. Ciprì ha una percezione dell’immagine in grado di distinguere tra immagine in pellicola e immagine digitale. Dice che l’immagi- ne filmica deve formarsi rispecchiando l’immagine mentale del narratore, quindi dalla sua personali- tà, dal suo modo di sentire e immaginare. Per lui non può esistere un solo canone, un solo standard tecnico. La luce del film, attraverso la tecnica, deve riuscire ad essere la stessa dell’inconscio dell’arti- sta, la stessa della sua visione interiore. www.artdigiland.com clarity with regard to the world around us. I continued with an interview-book on the director of photography, Beppe Lanci who belongs to a generation before Bigazzi, who always pays great attention to the present and young people, so much so that he has chosen to teach at the experimental centre of cinematography, Centro Sperimentale di Cinematografia. In the volume which will be published at the end of 2015, the curator Monica Pollini has outlined Lanci’s career which is full of collaborations and important partnerships, as for example the one with the cinema director Marco Bellocchio (who directed 16 movies with Lanci) and Andreij Tarkovsky, who worked with Lanci at the realization of the extraor- dinary work Nostalghia, that was extremely important from the point of view of light. And with Lanci the symbolic aspects that light can offer the cinema have emerged. For example he illustrated Tarkovsky’s concept of “dynamic light”, a light that transforms during the course of the scene, and separates from its role of lighting and realism and becomes a vehicle of signifi- cant emotions and moods. Lanci’s career is very vast and includes collaborations with Bolognini to Benigni, and with the Taviani brothers to Nanni Moretti, and he has had many different approaches to light. ILLUMINATA Lanci. Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani, direttore della fotografia Beppe Lanci (1989). Foto © Umberto Montiroli  43 LUCE 313