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di coscienza e scelte. Nel caso di Crisafulli e Bigazzi
abbiamo scoperto che la loro estetica è profonda-
mente legata a rigorose posizioni etiche; nel caso
di Lanci, a un approccio fondato sulla spiritualità.
In questi volumi cerchiamo di intrecciare e fondere
il piano del racconto con quello della riflessione,
applicata sia al versante estetico che a quello tec-
nico. Individuare la giusta struttura, diversa per
ogni libro, è un lavoro molto creativo e appassio-
nante, che richiede grande cura e un lungo periodo
di lavorazione. Comporta un impegno notevole an-
che da parte dell’artista, che viene invitato a ricor-
dare, riflettere, rimettere in campo pensieri, scelte
ed esperienze in maniera particolareggiata.
Il successivo volume della collana?
È un libro-intervista sul direttore della fotografia e
regista Daniele Ciprì, forse ancora oggi più noto per
la sua lunga collaborazione con Franco Maresco,
nel binomio Ciprì & Maresco. Ciprì è un un artista a
tutto tondo e un grande direttore della fotografia.
L’intervista è condotta da Elena Fedeli, a sua volta
direttore della fotografia. Dai nostri primi incon-
tri, ho capito che Ciprì è molto interessato ai nessi
profondi tra luce e narrazione. È siciliano, e per lui
è importante il “cunto”, il racconto. Mi ha sorpre-
so la sua posizione molto convinta a favore della
pellicola e contro il digitale, posizione opposta, ad
esempio, rispetto a quella di Bigazzi. Le argomen-
tazioni che ha espresso in proposito le ho trovate
sorprendenti, profonde. Ciprì ha una percezione
dell’immagine in grado di distinguere tra immagine
in pellicola e immagine digitale. Dice che l’immagi-
ne filmica deve formarsi rispecchiando l’immagine
mentale del narratore, quindi dalla sua personali-
tà, dal suo modo di sentire e immaginare. Per lui
non può esistere un solo canone, un solo standard
tecnico. La luce del film, attraverso la tecnica, deve
riuscire ad essere la stessa dell’inconscio dell’arti-
sta, la stessa della sua visione interiore.
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clarity with regard to the world around us.
I continued with an interview-book on the
director of photography, Beppe Lanci who
belongs to a generation before Bigazzi, who
always pays great attention to the present
and young people, so much so that he has
chosen to teach at the experimental centre
of cinematography, Centro Sperimentale
di Cinematografia. In the volume which
will be published at the end of 2015, the
curator Monica Pollini has outlined Lanci’s
career which is full of collaborations and
important partnerships, as for example
the one with the cinema director Marco
Bellocchio (who directed 16 movies with
Lanci) and Andreij Tarkovsky, who worked
with Lanci at the realization of the extraor-
dinary work Nostalghia, that was extremely
important from the point of view of light.
And with Lanci the symbolic aspects that
light can offer the cinema have emerged.
For example he illustrated Tarkovsky’s
concept of “dynamic light”, a light that
transforms during the course of the scene,
and separates from its role of lighting and
realism and becomes a vehicle of signifi-
cant emotions and moods. Lanci’s career is
very vast and includes collaborations with
Bolognini to Benigni, and with the Taviani
brothers to Nanni Moretti, and he has had
many different approaches to light.
ILLUMINATA
Lanci. Il sole anche di notte
di Paolo e Vittorio Taviani,
direttore della fotografia
Beppe Lanci (1989).
Foto © Umberto Montiroli
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