LUCE estratti LUCE 313_Cillo_Silvia Tarquini | Page 5

41 Può accennare alle caratteristiche del progetto Artdigiland, che si avvale di numerosi elementi di novità nell’ambito di un panorama editoriale no- toriamente in crisi? Mi sono sempre occupata di editoria, lavorando in riviste e case editrici di argomento cinematografi- co. Da anni seguo gli sviluppi del settore editoria- le, legati alla “rivoluzione digitale”. Oggi esistono sistemi straordinari che permettono di abbattere i costi di produzione e distribuzione, e – fatto ri- levante dal punto di vista ecologico – di eliminare gli sprechi di carta legati all’invenduto. Nel 2010 ho fondato la casa editrice Artdigiland a Dublino, grazie a un finanziamento pubblico irlandese rivol- to a nuove start-up. Pubblichiamo in varie lingue, in formato ebook e cartaceo. Usiamo un sistema di “print on demand”, con un service di stampa inter- nazionale affiliato, e distribuiamo in tutto il mondo, sia on line sia attraverso rivenditori in partnership. I libri cartacei sono il frutto di un processo digitale che sostituisce la tradizionale tipografia e permette di aggiornare il libro anche ogni giorno, rendendo- lo, per di più, “inesauribile”. Tra le prime proposte che mi sono arrivate c’è stata quella del critico ci- nematografico Alberto Spadafora: un libro-intervi- sta sul direttore della fotografia Luca Bigazzi, uno dei più riconosciuti maestri della luce del cinema italiano. Il volume è uscito nel 2012 con il titolo La *Nel settembre 2015 l’Univer- stà di Roskilde ha conferito a Crisafulli la Laurea Honoris Causa per il suo lavoro tea- trale e in particolare per il lavoro con la luce In September 2015 the Roskil- de University has awarded Crisafulli an honorary degree for his work on stage and in particular his work with light LUCE 313 Fabrizio Crisafulli, Lysfest, installazione nella cattedrale di Roskilde, Danimarca (2013). Foto © Poul Erik Nikander. luce necessaria, ed è stato ripubblicato nel 2014, dopo La grande bellezza, ampliato. Continua così, in un nuovo campo, quello cinematografico, il di- scorso sulla luce che avevo intrapreso, con sguar- do rivolto a prendere in esame, in maniera molto dettagliata, le motivazioni poetiche, e la forma che esse prendono nelle concrete modalità di la- voro, dell’autore preso in considerazione. Sguardo che ritengo di grande interesse, ma poco praticato nell’attuale editoria. Com’è stato lavorare con Bigazzi sul tema della luce? Anche in Bigazzi abbiamo scoperto un artista estre- mamente consapevole e capace di raccontare in maniera chiara e organizzata i molti aspetti del suo lavoro. Le cose che mi colpiscono di più nel suo approccio, insieme a questa sua grande con- sapevolezza, sono il suo andare all’essenziale e il disincanto rispetto alla tecnica. Bigazzi tende a eli- minare quanto, mezzo o esito, non sia strettamente necessario, ed ogni inutile tecnicismo. Dopo il volume con Bigazzi? A quel punto l’interesse per la luce si è trasforma- to in una collana editoriale. E ne sono molto felice SILVIA TARQUINI AN ILLUMINATED PUBLISHING HISTORY The Director of Artdigiland, has created an important series of books on LIGHT, in cinema, theatre and visual arts, which is quite uncommon in modern publishing, and which is the fruit of research and the attentive and refined view of an author and publisher How was this interest for the topic of light born in the publishing house? It is a long story. I studied Cinema Arts and so the value and meaning of light have always been present in my interests, although they remained implicit. Later, I developed an interest in contemporary art and performance, up to when I discovered the works of Fabrizio Crisafulli. In his approach to the theatre, that profoundly listens to people, places, memories, atmos- pheres and identities, Crisafulli uses light in a way I had never seen before. He gives light a structuring, poetic, dramaturgical role. He gives it life, so that it appears, walks, becomes involved, makes us laugh and cry: it is an element that stands on equal ground in its relations with the performer, with objects and sounds. Fasci- nated by this potentiality of light I began to write reviews on this artist’s shows and ILLUMINATA C ome è nato questo interesse della casa editrice per l’argomento luce? È una lunga storia. Mi sono formata con stu- di sul cinema d’arte e quindi il valore e i significati della luce sono sempre stati presenti nei miei inte- ressi, ma in maniera implicita. In seguito mi sono avvicinata all’arte contemporanea e alla perfor- mance, fino a scoprire il lavoro di Fabrizio Crisaful- li. All’interno del suo approccio al teatro fondato sull’ascolto profondo di persone, luoghi, memorie, atmosfere, identità, Crisafulli* usa la luce in un modo che non avevo mai visto prima, affidandole un ruolo strutturante, poetico, drammaturgico. La rende un “essere”, capace di mostrarsi, di cammi- nare, di interloquire, di farci ridere e piangere: un elemento che si propone alla pari nelle relazioni con il performer, gli oggetti, il suono. Affascinata da queste potenzialità della luce ho cominciato a scrivere recensioni di spettacoli e installazioni di questo artista e poi ad approfondire sempre di più, fino a curare due volumi sul suo lavoro: Fabri- zio Crisafulli: un teatro dell’essere e La luce come pensiero (ambedue pubblicati da Editoria & Spet- tacolo nel 2010). Tutto questo prima della nascita di Artdigiland. In seguito, con i primi passi della casa editrice, ho esteso la mia indagine sulla luce ad altri autori, oltre a continuare ad occuparmi di Crisafulli, del quale ho tradotto in inglese, nel 2013, e in francese nel 2015, il volume Luce attiva, e sulla cui opera ho pubblicato un volume bilingue Place, Body, Light. The Theatre of / Il teatro di Fabrizio Crisafulli, curato da Nika Tomasevic.