Il filosofo regista alla guida dell ’ Accademia delle Belle Arti di Palermo
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Umberto De Paola
Il filosofo regista alla guida dell ’ Accademia delle Belle Arti di Palermo
di / by Jacqueline Ceresoli photo courtesy Umberto De Paola
Umberto De Paola ( 1964 ), intervistato per LUCE , è un filosofo regista , palermitano e nomade di sguardo e pensiero per vocazione , docente di Storia dello Spettacolo e di Progettazione Multimediale . Agitatore culturale delegato Erasmus dal 1998 al 2004 , è stato coordinatore del Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate e ha già diretto l ’ Accademia di Palermo dal 2004 al 2011 e , rieletto nel 2020 , continua a intrecciare tecniche e linguaggi all ’ insegna di nuove narrazioni contemporanee
Un laureato in filosofia che poi fa il regista , ma cosa è successo ? La vita è fatta di incontri . Io ho avuto la fortuna di incontrare durante gli studi universitari il mio maestro , Michele Mancini che allora dirigeva il laboratorio cinematografico dell ’ Università di Palermo . Questo incontro si è trasformato in un viaggio appassionato per i luoghi del cinema . Con Michele Mancini ho lavorato sulle architetture della visione , su Antonioni e suoi ritorni a Lisca Bianca e su Visconti e La terra trema .
Regia , scenografia , attrazione per i linguaggi tradizionali e attitudine a sperimentare le innovazioni tecnologiche e interesse per la formazione . Ma quando e perché ha scelto di diventare docente , cosa si può insegnare oggi nel flusso digitale dei social media ? È l ’ essenza stessa della docenza nelle accademie che lega l ’ insegnamento alla ricerca artistica . Dopo la mia formazione universitaria ho cominciato un percorso di sperimentazione sui linguaggi del video , sull ’ opera straordinaria di Bill Viola . Ho lavorato sui fondamenti dell ’ immagine e sulle pratiche di produzione dell ’ immaginario , sui limiti del quadro e della visione ( ciò che vediamo è ciò che presumiamo di vedere ?). Di quegli anni , i falsi ritorni in video e le installazioni video . Alla fine degli anni ’ 80 ho realizzato con Giorgio Barberio Corsetti una riduzione della favola di Polifemo e Galatea di Gongora , poi tradotta in una videoinstallazione . Poi la Lisbona di Pessoa in una sorta di falsa archeologia del testo come falsi sono i ritorni . È impossibile ritornare in un luogo , al tuo ritorno quel luogo è inequivocabilmente mutato . Il teatro come luogo di ricerca , il set come spazio generatore di visione . In tutti i casi , ci vuole duro lavoro .
Lei è un palermitano nomade tra Siviglia e altre città europee , ma quali sono le città che influenzano fortemente le sue storie di vissuti in bilico tra reale e immaginario ? Tutte le città del mondo sono meravigliose e fonte di conoscenza . Poi ognuno di noi ha le sue città del cuore che entrano nell ’ anima : Siviglia , Lisbona , Il Cairo . Città che hanno contribuito a definire il tuo percorso di vita . Lo hanno fatto anche come punto di approdo di una rotta dell ’ esperienza . Che importanza ha la luce nel teatro secondo lei ? Si potrebbe scrivere una seconda storia del teatro a partire dalla luce . L ’ evoluzione della storia del teatro , in particolare dopo il rinascimento , è incentrata sul ruolo della luce in scena . Così , come potremmo immaginare di scrivere una seconda storia dell ’ umanità attraverso la storia dell ’ illuminazione urbana in questa dualità luce e oscurità , bene e male che potremmo dire tutta espressionista , fino ad arrivare alla dimensione tutta “ lucore ” delle città contemporanee . Ma forse abbiamo bisogno di una dimensione lunare delle nostre città .
Quali sono gli spettacoli teatrali del XX e XXI secolo che avrebbe voluto dirigere ? Ricordo Hamletmachine di Bob Wilson del 1986 con questo suo gioco sulle pareti della scena , una destrutturazione atomica del teatro prospettico dentro al teatro all ’ italiana . E poi un ’ imponente Carmen di Peter Brook e un piccolo ma geniale studio su Don Giovanni di Corsetti .
Ci racconta il suo incontro e condivisione di progetti con Franco Scaldati , cosa avete condiviso , quali obiettivi ? Quando sono tornato a Palermo , ho ritrovato il più grande uomo del teatro palermitano , Franco Scaldati , con cui ho trascorso notti insonni e passeggiate rituali per la Palermo di quegli
Fotogramma tratto dal film Casanova a Dux / Frame from the film Casanova in Dux
a destra / on the right Fotogramma tratto dal film Totò e Vicè con Enzo Vetrano e Stefano Randisi / Still frame from the Totò e Vicè movie with Enzo Vetrano and Stefano Randisi
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