Luce 333_Tresoldi Maffei Traverso_interviste | Page 4

la variabilità e di integrarla con sistemi di illuminazione artificiale . Le nuove architetture sono sempre più complesse e guidate da una nuova consapevolezza sugli aspetti ambientali ed energetici . Il progetto è guidato da elementi invisibili , ma fondamentali per controllare il benessere e l ’ esperienza degli occupanti : clima , suono , illuminazione ; tutte materie specialistiche , curate da specifiche figure professionali , sotto la regia dell ’ architetto . Nel nostro studio-laboratorio ( traverso-vighy ) integriamo le competenze progettuali dell ’ architettura e quelle tipiche del lighting design . I nostri progetti sono sempre espressione di una ricerca condivisa con altre figure professionali e nei lavori più recenti esperti del suono , di sistemi multimediali , informatici ed esperti di comunicazione si sono affiancati a figure tradizionali quali geologi , impiantisti e strutturisti . La figura del lighting designer è sicuramente una delle più centrali , complesse ed articolate . Quando ragioniamo sui nostri progetti spesso la luce e il suo controllo sono gli elementi primi che ordinano poi la scelta dei materiali architettonici che servono a modularla e contenerla . Il progetto della luce inizia fino dalle prime fasi di progetto che riguardano l ’ orientamento , il soleggiamento , le aperture verso l ’ esterno e le scelte per la sua distribuzione negli spazi interni . Il progetto continua poi con la messa a punto e il dimensionamento dei sistemi di controllo della luce naturale e la scelta dei materiali . La luce naturale è continuamente mutevole per colore e intensità , ma è anche materia precisa , calcolabile e simulabile negli edifici per ottimizzarne le performance energetiche e la qualità degli spazi interni . La luce è poi integrabile con l ’ impianto di luce artificiale , dove il lighting designer ne calcola intensità , distribuzione in funzione del nostro comfort visivo , ma anche per valorizzare gli spazi architettonici o le opere in esso esposte , che richiedono particolare cura e attenzione conservativa . Un lavoro complesso e articolato sinergico con quello dell ’ architetto che richiede competenza tecnica , conoscenza di normative specifiche , esperienza e sperimentalità . Con l ’ introduzione della luce led e soprattutto dei moderni sistemi di controllo , la luce artificiale diventa all ’ interno degli spazi facilmente mutevole per colore , intensità , distribuzione : può finalmente assomigliare alla luce naturale , integrandola ed emulandola anche in spazi che ne sono privi . Questo contribuisce a rispettare il nostro ciclo circadiano , favorendo il comfort psicofisico dei nostri spazi pubblici , di lavoro e privati . L ’ introduzione delle nuove tecnologie permette inoltre una programmazione della luce negli spazi interni , una sorta di “ multispazialità ” dove architetto e lighting designer possono variare l ’ aspetto dell ’ ambiente interno in funzione del tempo , delle sue diverse esigenze di utilizzo e rispetto a principi di risparmio energetico . Le tecnologie digitali permettono inoltre un continuo dialogo tra progettazione della luce e quello degli altri aspetti ambientali quali suono , clima e multimedia . Il lavoro del lighting designer è evolutivo e richiede competenza e continuo aggiornamento . È però anche importante che l ’ architetto sia educato alle potenzialità espressive della luce , al controllo della sua mutabilità e alle problematiche energetiche e conservative ad esso connesse .
Corte Bertesina , Vicenza 2017 , Traverso-Vighy

The Lighting Designer profession and the Architects

Bianca Tresoldi , Andrea Maffei and Giovanni Traverso contributed to the debate on LUCE

By publishing in issue 330 , December 2019 , the article by Erica Napoli Rottstock entitled “ The lighting designer profession and the architects : why is involvement missing ?” – a “ conversation ” with the lighting designer Filippo Cannata , rich in brilliant and perhaps sought-after naiveties of the author , who has a completely different profession , which became , at my invitation , a curious and unusual article –, we were confident that in the following issues of LUCE , prompted by a title that immediately conveyed curiosity and above all topicality , a debate would arise , with other contributions from architects and lighting designers , on a subject that involves the whole world of Italian lighting . In fact , particularly that of Italian light . In the following issue , 331 / March , we were very pleased to welcome the contributions of Gianni Forcolini and Alberto Pasetti Bombardella ; in the 332 / June , those of Margherita Süss , Marco Frascarolo and Luca Cipelletti . We continue on this issue with the opinions of Bianca Tresoldi , Andrea Maffei and Giovanni Traverso . Thanks to all these protagonists in the world of light and architecture , we are no longer at the starting point . Hence , a good reason to renew the invitation to other lighting designers and architects to participate in these pages , in the belief that this debate is a starting point to raise awareness among those who have not yet experienced the benefits of a stimulating collaboration between the world of light and that of architecture . Whether it is collaboration or not , we will be able to understand it better once this interesting and perhaps necessary debate is over , a debate that does not exclude the client , the companies , and the world of communication . Wondering about what other private and professional time we are entering after this long and difficult period , in which we suddenly found ourselves dealing with the unexpected , and which we are perhaps leaving behind in the beginning of the autumn . We are almost on the eve of a new year that Marco Frascarolo , in his contribution on the June issue , summarized so well “ There ’ s a long road ahead of everyone , no one is excluded ”. We have started it ; the readers have the task of cherishing it . ( s . o .)

Client , Architect and Lighting Designer by Bianca Tresoldi
You understand the weight of the professional activity of the lighting designer in the Italian working world , only when they ask you at dinner : “ What do you do ?” and you can
Photo © Alessandra Chemollo
76 LUCE 333 / TACCUINI DI LUCE