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lavori di ampliamento e decorazione , è apparso chiaro che anche la luce ha avuto un ruolo in tutto questo . Non abbiamo fatto altro che ripercorrere la storia e cercare di “ aiutare ” Vasari a ridare quel respiro di ampiezza alla percezione del Salone , sfruttando la doratura dell ’ immenso soffitto ligneo e ribaltando l ’ impostazione illuminotecnica del vecchio impianto . Quindi , anche la luce doveva percorrere quegli spazi ampi ricreati dall ’ ampliamento vasariano , rendendo il soffitto una sorgente secondaria di luce e “ cucendo ” su misura la luce delle decorazioni in affresco per ripercorrere le vicende storiche di Firenze contro Pisa e Siena come in una gigantesca illustrazione ad ampio spettro cromatico e simbolico . Da qui l ’ idea dei fasci incrociati da una parete all ’ altra , a partire dai sistemi puntuali delle piantane , che in corso di progettazione sono passati da oggetti a tutto tondo che potessero dialogare con i basamenti delle statue ed essere utilizzati come basi per il racconto museale , a essere in completa mimesi con la parete , con l ’ obiettivo di perdere il ruolo riconosciuto di sorgenti luminose . Gli apparecchi non devono quasi essere percepiti , affinché le opere e il soffitto sembrino essi stessi una unica fonte di luce con capacità duplice di essere percepiti e letti e nello stesso tempo di far percepire lo spazio della sala . Medesimo concept è stato associato all ’ illuminazione delle statue su basamenti . Il lato opposto all ’ Udienza era invece percepito e utilizzato come semplice passaggio durante il percorso museale
di Palazzo Vecchio . La scelta è stata pertanto quella di portare in luce la meraviglia delle originali statue di epoca romana , che proprio in occasione del nostro intervento hanno concluso il loro restauro e sono state ricollocate nelle nicchie . Il Salone dei Cinquecento dal punto di vista impiantistico contiene dorsali e derivazioni elettriche importanti anche per il resto del palazzo , pur avendo un quadro elettrico di alimentazione proprio . Il passaggio delle condutture entro i muri antichi pertanto è risultato fin da subito non praticabile , in quanto già utilizzate da numerosi cavi elettrici . La scelta tecnica quindi è ricaduta sullo studio di un ampliamento dell ’ impianto esistente a partire dai suoi terminali , ossia le prese esistenti , suddivise su circuito ordinario , di sicurezza e di segnalazione emergenza . Tenendo conto che fino a prima di questa realizzazione anche gli altri sottoservizi in esercizio per il Salone erano semplicemente dislocati a terra senza canalizzazioni proprie : parliamo in particolare dell ’ impianto di diffusione sonora e di quello di distribuzione del segnale Wi-Fi . Si è optato per la costruzione di una apposita canalina in alluminio in posizione tipica di “ battiscopa ”, con misure ad hoc per ospitare le condutture e le derivazioni da cui prolungare i circuiti esistenti dalle prese fino ai nuovi sistemi di illuminazione “ a piantana ” da terra e per le statue dai basamenti in cemento . La stessa canalizzazione ospita tutti i cavi dei sottoservizi e il risultato è quello di un ’ estrema pulizia formale .
Stefania Galanti
Project Development Manager di Targetti Sankey SpA
Quali sono le specifiche tecniche del progetto ? Val la pena partire dal racconto del sistema di illuminazione precedente . Il Salone dei Cinquecento era illuminato con 24 piantane collocate negli anni ‘ 90 in punti individuati dalle prese di corrente esistenti . Tali apparecchi erano dotati di ruote , dunque erano spostati di continuo vanificando qualsiasi tipo di ragionamento fatto sui flussi , sulle cromie e sui puntamenti ; solo alcune lampade concepite come luci di emergenza avevano una posizione fissa . La luce diffusa verso l ’ alto “ senza controllo ” riportava delle fastidiose ombre sulla base degli affreschi e non illuminava a dovere le statue . Inoltre le piantane e i proiettori installati dietro l ’ Udienza potevano solo essere accesi o spenti , senza la possibilità di avere accensioni diversificate . La nostra soluzione doveva dunque tenere conto delle norme di sicurezza , ma anche prevedere un sistema non spostabile che fosse flessibile e dimmerabile . Doveva essere una luce che in un certo senso potesse scomparire , al completo servizio dello spazio e delle opere . L ’ approccio metodologico integrato con competenze diverse è stato – come già detto – di fondamentale importanza , ma è stato anche cruciale l ’ appoggio totale dell ’ amministrazione comunale che ha rifiutato una parcellizzazione
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