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LESBO
La Speranza ed
il Ritorno
A L L A N O R M A L I TÀ
dōTERRA Europe e diversi consulenti
del benessere si sono riuniti per
reperire i fondi necessari a finanziare
un centro ricreativo dove le famiglie
possano incontrarsi per stare insieme
e partecipare alle varie attività.
L’emergenza rifugiati che sta sconvolgendo
l’Europa è la peggior catastrofe dall’ultimo
conflitto mondiale. Si tratta di una crisi che
vede coinvolte milioni di persone e famiglie in
cerca di condizioni di vita migliori. Gran parte
di queste provengono dal Medio Oriente e
l’isola greca di Lesbo, per molti di loro, è una
tappa obbligata per entrare in Europa,
arrivando dalla Turchia. Lesbo infatti si trova
vicinissima alla Turchia, dove molti di questi
rifugiati si ammassano in attesa del momento
favorevole per la traversata.Oltre 90.000
persone provenienti da Siria, Afghanistan,
Iran, Iraq e anche dall’Africa sono sbarcate a
Lesbo dalla Turchia solo nello scorso anno,
molte di più della popolazione dell’intera isola
che è di circa 86.000 persone.
In Viaggio alla
Ricerca della
Speranza
Quando i rifugiati arrivano sulle coste dell’isola di
Lesbo, normalmente hanno i vestiti bagnati,
sono in ipotermia e devono essere soccorsi
immediatamente. I volontari, che sono il primo
contatto con queste persone, lavorano
ininterrottamente per garantire ai rifugiati tutta
l’assistenza e l’aiuto di cui hanno bisogno. Questi
volontari fanno anche da vedetta. Si siedono
sugli scogli o camminano lungo le spiagge e
osservano il mare con i binocoli, cercando di
avvistare le imbarcazioni che cercano di farsi
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strada attraverso lo Stretto di Mytilini tra la
Turchia e Lesbo.
Dopo essere sbarcati, che a seconda della
fortuna può trattarsi di barche, gommoni, e,
talvolta, il mare stesso, i rifugiati, che non hanno
necessità immediata di essere visitati da un
medico, vengono portati al campo di
accoglienza di Moria. Qui vengono registrati e
possono presentare la richiesta d’asilo. Dei due
campi profughi presenti sull’isola di Lesbo (l’altro
è Kara Tepe), Moria ha una capacità maggiore.
Attualmente è in grado di ospitare 2.500
persone ed è previsto un ampliamento che
porterà la capienza fino a 5.000 persone. A
Moria, da cui non possono uscire senza
autorizzazione, i rifugiati vengono registrati e
controllati. Il centro di accoglienza è sovraffollato
e questa drammatica situazione aggrava ancora
di più le difficoltà di queste persone che sono
impaurite ed esauste fisicamente ed
emotivamente. I rifugiati trascorrono come
minimo 25 giorni qui intanto che la loro
domanda viene controllata e, nel caso in cui
questa venga accolta, vengono trasferiti nel
campo profughi, meno restrittivo, di Kara Tepe.
È qui che i rifugiati, gran parte dei quali
posseggono solo i vestiti che indossano, iniziano
a ricostruire la loro vita.
A Kara Tepe, le famiglie dei rifugiati vengono
alloggiate in case prefabbricate “pop-up”. Ci
sono una piccola scuola, un’area verde ed un
parco giochi, che aiutano a creare un senso di
comunità. Qui le persone cercano di dare una
parvenza di “casa” ai loro alloggi e fanno del loro
meglio per sostenersi l’un l’altro. C’è un forte
senso di solidarietà, condividono il poco cibo che
hanno e si aiutano a vicenda. Attualmente il
centro di Kara Tepe può ospitare 1.100 persone
ma c’è l’intenzione di aumentare la capienza fino
a 1.500.
“Quando, arrivando da una realtà dove hai tutto
e ti trovi faccia a faccia con persone che hanno
poco o niente, torni coi piedi per terra e ti ricordi
quali sono le cose importanti della vita”, dice
Murray Smith, Direttore, dōTERRA® Europa.
È il momento di
aiutare
Ai primi di dicembre del 2016, dōTERRA Europe
ha organizzato un viaggio umanitario a Lesbo
con dōTERRA Healing Hands Foundation ™,
dove hanno dato aiuto ai rifugiati presenti nei
due principali centri di accoglienza. dōTERRA
Europe e diversi consu lenti del benessere
hanno lavorato con Steffi de Pous, volontaria e
fondatrice dell’organizzazione non-governativa
(ONG) Because We Carry. Hanno preparato i
pasti, organizzato attività ricreative, smistato e
distribuito indumenti e condiviso gli oli
essenziali con ciascuno dei rifugiati (che gli
abitanti di Lesbo chiama “ospiti”) nelle oltre
200 tende (1.100 persone) del campo di Kara
Tepe. I nostri Consulenti hanno anche insegnato
ad alcuni dei traduttori, che poi sarebbero
andati di tenda in tenda a spiegarli alle varie
persone, quali sono i benefici sull’umore
dell’olio essenziale Wild Orange e come gli oli
avrebbero potuto essergli d’aiuto. Tutti i
rifugiati hanno accolto con calore questi doni
meravigliosi.
L’ONG “Because We Carry” ha iniziato una
raccolta fondi per costruire un centro ricreativo
permanente, un luogo dove le famiglie ospiti
del secondo campo possano stare insieme,
svolgere attività ricreative, dove poter
distribuire il vestiario, etc. dōTERRA Europe,
assieme a diversi consulenti del benessere,
hanno raccolto la sfida e si sono impegnati a
reperire tutti i fondi necessari per finanziare
l’intero progetto.
dōTERRA Europe sta inoltre lavorando per
realizzare un’opportunità di aiuto stabile
sull’isola di Lesbo. Dal momento che abbiamo
un partner di fiducia sull’isola ed un progetto di
lunga durata, i consulenti avranno la possibilità
di aiutare queste persone ed insegnare loro
come gli oli possono sostenerli e dare speranza.
In Europa è stata anche fatta una promozione
dove i consulenti potevano acquistare gli oli e
donarli direttamente la Progetto Lesbo. Gli oli,
oggetto della promozione, oggetto della
promozione erano Wild Orange, Balance,
dōTERRA On Guard®, Lavender, Melaleuca e
Purify.
Nel lungo periodo verranno individuate altre
opportunità di aiuto. Siamo tutti molto
entusiasti ma allo stesso tempo vediamo che ci
sono tantissimi problemi e necessità.
Attualmente si stima che in Grecia
ci siano 60.000 rifugiati, dei quali
circa 10.000 vivono in tende o in
alloggi temporanei.
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