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Idrogeno verde : potenzialità e limiti
Le principali economie mondiali hanno trasformato l ’ idrogeno verde , ovvero quello prodotto attraverso energie rinnovabili , in punta di lancia per raggiungere la neutralità climatica nel 2050 , cercando di sostituire i combustibili fossili ( petrolio , carbone e gas naturale ), responsabili del 70 % delle emissioni di anidride carbonica , con idrogeno di origine rinnovabile . Come primo passo , la tabella di marcia proposta nel Patto Verde Europeo stabilisce che entro il 2030 l ’ idrogeno rinnovabile debba rappresentare tra l ’ 8 % e il 24 % del consumo energetico primario ( attualmente è al 2 %) e che vengano installati 40 gigawatt ( oggi si arriva appena all ’ 1 % di questa cifra ). L ’ idrogeno verde è stato utilizzato per decenni in diversi settori ( chimica , raffinazione , fertilizzanti e metallurgia , per citarne solo alcuni ), tuttavia oggi tutti parlano del suo utilizzo come vettore energetico essenziale per sostituire l ’ energia ottenuta a partire da combustibili fossili . In realtà , la politica di numerose economie si sta lasciando sedurre da questa idea , promuovendo l ’ idrogeno come soluzione principale e pressoché unica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione . Se da un lato l ’ idrogeno rinnovabile presenta molti vantaggi in quanto fonte di energia pulita e versatile , dall ’ altro deve affrontare anche sfide in termini di efficienza , infrastrutture e sicurezza . Per cominciare , non sembra essere il mezzo energetico più efficiente . Le perdite di energia in tutto il processo di produzione ( elettrolisi , trasporto , stoccaggio e distribuzione ) possono raggiungere l ’ 80 %. Inoltre , è leggerissimo , il che ne rende molto complicato il trasporto , e la sua distribuzione implica condizioni più complesse a causa delle proprietà fisiche di questo gas e delle complicazioni insite nella sua liquefazione e rigassificazione . Inoltre , ha una bassissima densità volumetrica di energia . Al contrario del gas naturale , che ha una densità tre volte superiore . Ciò significa che , a parità di contenuto energetico , sarebbe necessario trasportare un volume di idrogeno di tre volte superiore , il che implica più trasporto e , evidentemente , costi maggiori . È opinione comune che il primo uso che deve essere dato all ’ idrogeno rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è quello di sostituire quello prodotto con energia di origine fossile che viene utilizzato in quei settori che sono difficili da elettrificare . Per il resto dei segmenti , riteniamo l ’ elettrificazione con fonti rinnovabili come migliore alternativa per ottenere la desiderata decarbonizzazione dell ’ economia e l ’ indipendenza energetica . L ’ energia fotovoltaica e quella eolica sono chiamate a guidare la transizione energetica in un momento in cui il loro costo di generazione ( USD / MWh ) è stato abbattuto sensibilmente . Dal 2010 , il costo di un MWh di energia fotovoltaica si è ridotto di oltre il 75 % e quello dell ’ energia eolica onshore di oltre il 60 %. A questo proposito , come sottolinea l ’ Agenzia Internazionale dell ’ Energia , la recente crisi energetica globale e la ricerca dell ’ indipendenza energetica sono servite da catalizzatore per l ’ installazione di generazione rinnovabile , dando impulso agli investimenti annuali in energie rinnovabili entro il 2030 di oltre il 50 % rispetto ai livelli attuali . Non ci sono dubbi che l ’ idrogeno rinnovabile possa svolgere un ruolo significativo nella transizione energetica , ma al di là della riduzione dei costi di produzione , che sicuramente arriverà , non dimentichiamo le caratteristiche di questo gas che pongono sfide diverse legate alla sua produzione , al suo stoccaggio e alla sua distribuzione . ( fonte : Carlos Ruiz de Gauna , Managing Director , Arcano Partners )
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