L'Installatore Italiano Marzo/Aprile 2022 | Page 72

DALL ’ ASSOCIAZIONE
CARO MATERIALI E CARO ENERGIA

Lettera aperta del Presidente Angelo Carlini al Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili

Caro Ministro Giovannini , le aspettative delle nostre aziende e di migliaia di lavoratori , non erano di avere un adeguamento di ciò che sarà , per altro auspicabile , ma quello di vedere l ’ aiuto , concreto , serio e soprattutto necessario , per le nostre aziende ! Sono mesi che cerchiamo di far capire che il paniere che è stato individuato non serve per le aziende di costruzione di impianti , è solo prevalentemente edile . Abbiamo bisogno di un paniere aggiornato , nei prezzi e nei materiali , ma non tra sei mesi , ORA ! L ’ emergenza si tratta con emergenza , non con i tempi di una burocrazia antidiluviana ! Non possono essere dei tecnocrati inadeguati a segnare i tempi , per paura di essere coinvolti in possibili accertamenti futuri in fumosi danni erariali , in cui dovrebbero rispondere personalmente ! Le nostre imprese rispondono da sempre personalmente ! I nostri imprenditori da sempre rispondono personalmente e i nostri lavoratori di conseguenza ! Il 2020 è stato l ’ inizio della pandemia e della lenta speculazione che ha portato aumenti smisurati dei materiali . Nulla è stato previsto per quel periodo . Il 2021 ha segnato il colpo più violento alle nostre aziende . La speranza di un sostegno economico ha trascinato nel tempo realtà che avrebbero dovuto fermarsi , fermare i cantieri , licenziare il personale . L ’ arrivo di un decreto ministeriale sul caro materiali , ha dato una speranza , immediatamente disattesa dalla lettura del testo , dal contenuto , dalle modalità ... 36 voci delle quali solo 10 riconducibili alla costruzione e manutenzione degli impianti tecnologici !!!!!
Per di più con una riduzione dell ’ 8 % o del 10 % dovuta all ’ uso improprio di uno strumento chiamato revisione prezzi . Strumento ordinario in atto dal 2005 che serviva a tale scopo , ma che vista la deflazione e il suo inutilizzo era per lo più dimenticato . Riduzione dovuta al cosiddetto rischio di impresa che individuava in quell ’ a- lea dell ’ 8 % o anche 10 % a seconda dei casi un dazio che le aziende si dovevano caricare .
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