Libretto venezia PRP Venezia 2a edizione | Page 23

moscatello giallo, importati dall’Istria, il Trebbiano e il Terra- no di Pisino (Istria asburgica), i vini greci o cretesi (malvasie) e gli orientali (romanie). Questi ultimi (o vini del Levante), di colore bianco dora- to, erano tutti abbastanza dolci e «si distinguevano coi nomi di salubri, stomacati, cordiali, matricali, gagliardi, mezzani e deboli. Più volentieri si mescevano i vini di profumo e di forza, specialmente il greco, o moscato dolce, ottenuto da un vitigno originario di Candia, e la malvasia di un viti- gno di Cipro… I vini erano molte volte conditi con aromi e droghe come l’ippocrasso» 17) , ossia una miscela di spezie e zucchero, preparata in passato proprio per aromatizzare i vini. Il vino si poteva acquistare non solo nelle osterie e nelle taverne, ma anche nelle galee o nelle imbarcazioni piatte (“peate”), ormeggiate lungo le rive dei canali, oppure lo si poteva comperare a buon prezzo a San Marco, alla Giudecca e a Rialto, dove gli ufficiali addetti alla stima (“stimatori di Comun”) lo facevano trasportare al “palo” 18) . Sclavum e Garganicum. La potenza militare e commerciale di Venezia è determinante per la diffusione del vitigno anche verso occidente (Tren- tino meridionale, sponda bresciana del Lago di Garda, Vicentino ecc.). Più tardi, in seguito all’espansione della Repubblica di Venezia, la varietà si diffonde anche ad occidente (Lombardia) e a settentrione (Trentino) (cfr. Scienza A. - Failla O., La circolazione dei vitigni in ambito padano-vene- to ed atesino: le fonti storico-letterarie e l’approccio biologico-molecolare, in “2500 anni di cultura della vite nell’ambito alpino e cisalpino”, Trento 1996, pp. 225-226). Molmenti P. G., La storia di Venezia nella vita privata, vol. II, Trieste 1978, p. 391. 17) Paletto attorno al quale facevano sosta i battelli addetti alla stima. Un’ordinanza del Maggior Consiglio del 21 gennaio 1269 aveva stabili- to che qui non si potesse portare il vino cotto e quello di Romania (cfr. Gottardo V., Osti e tavernieri: il vino nella Venezia medioevale, Venezia 1996). 18) 22