LIBERAMENTELIBRANDO Uruk ragazzo del paleolitico | Page 16
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l grande occhio abbagliante stava andando di
nuovo a riposarsi dietro le enormi rocce svettanti
che si vedevano in lontananza, ma intanto inondava della sua ultima calda luce ambrata il vasto piano
delle erbe, infondendo nel petto degli uomini dell’accampamento la consueta strana sensazione di pacata
gioia mista a un indefinibile sgomento.
Tra un po’ l’immensa prateria celeste avrebbe cominciato a farsi scura, sempre più scura, fino a quando
non sarebbe diventata completamente nera, facendo
scomparire ogni colore e ogni oggetto tutt’attorno al
piccolo gruppo di capanne.
Questa volta, però, il buio non sarebbe stato assoluto, perché nell’immensa prateria celeste sarebbe apparso, insieme agli sfavillanti fiori notturni impossibili
da contare e sempre presenti lassù quando era sereno, il
bianco occhio che non scalda. Esso avrebbe illuminato
con la sua chiara luce il paesaggio per un bel pezzo. Poi
sarebbe andato a dormire a sua volta dietro le enormi
rocce svettanti e al suo posto sarebbe tornato a splendere e a fare luce il grande occhio abbagliante, grazie al
quale ogni cosa riprendeva forma e colore.
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