Sensori intelligenti per edifici intelligenti
È stata la stretta collaborazione con il mondo
universitario a consentire a Filippetti di compiere
il passo più importante, e forse decisivo, verso il
mondo della Building Automation. L’integrazione
nel Gruppo di Smart Space, spin-off
dell’Università Politecnica delle Marche, permette
qualche anno fa a Filippetti di completare le sue
competenze software con solide expertise in
ambito hardware. In particolare, Smart Space
porta in Filippetti una tecnologia sensoristica di
ultima generazione che, grazie a un innovativo
metodo di georeferenziazione, dischiude
all’azienda nuove modalità di approccio verso
il mondo della sicurezza, del controllo accessi,
del monitoraggio energetico, del comfort
ambientale, finanche del tracking di oggetti e
persone. Caratteristica quest’ultima che, ad
esempio, può consentire agli RSPP di fare
l’appello digitale via smartphone in caso di
raduno nei punti di raccolta o di verificare se i
lavoratori stiano indossando correttamente i
necessari DPI sul luogo di lavoro (ad esempio
caschetto e occhiali protettivi in cantiere o su
una catena di montaggio).
Il sistema di localizzazione utilizzato dai sensori,
attualmente commercializzati con il marchio
Evolvea, società del gruppo Filippetti, non utilizza
la classica tecnologia GPS, bensì la tecnologia
Smart Space, che si avvale di una serie di
riferimenti - in gergo tecnico denominati ‘boe’ –
che consentono di identificare la posizione del
dispositivo in uno spazio 3D con una precisione
che può spingersi fino al centimetro. Dunque
alla misura della grandezza monitorata (una
temperatura, una intensità luminosa, un contatto
aperto o chiuso ecc.) il sensore abbina l’accurato
rilevamento della posizione spaziale, il che lo
rende adatto a una molteplicità di impieghi, tra
cui l’assistenza di persone con mobilità ridotta o il
monitoraggio di pazienti in strutture ospedaliere.
Ampia libertà di configurazione
L’architettura di sistema, che può anche vedere
l’impiego di migliaia di sensori, non pone vincoli
di cablaggio o di configurazione. La topologia
della rete è infatti di tipo mesh e al suo interno
trovano posto una serie di ripetitori wireless
verso un access point, il quale ha il compito
di trasferire a un data center, via cloud, le
informazioni acquisite per renderle disponibili
ad agli applicativi verticali. Più sensori Evolvea
possono inoltre essere configurati per formare
supersensori, consentendo così agli sviluppatori
di creare ‘sensori virtuali’ caratterizzati da logiche
complesse e completamente personalizzate.
L’idea dell’edificio supertecnologico concepito
da Filippetti fa leva sui concetti appena descritti
di sensoristica evoluta e di architettura smart.
È in questo contesto che è nata e si è sviluppata
la collaborazione con Beckhoff, partita alcuni anni
fa nell’ambito di un progetto di controllo varchi
e successivamente evoluta in un’applicazione
per la gestione integrata di infrastrutture
complesse. Come ci spiega Roberto Larghetti,
Solution Architect di Filippetti S.p.A., “per le
sue caratteristiche di affidabilità, flessibilità e
completa apertura ai più disparati protocolli
di comunicazione, l’architettura PC-based di
Beckhoff si è dimostrata la soluzione più adatta
per assolvere alle funzioni di access point ed
elaborazione logica dei segnali provenienti dalla
rete di sensori distribuiti”.
Hardware, software e comunicazione:
tutto è standard
“L’impiego della piattaforma PC-based di
Beckhoff in sostituzione delle tradizionali logiche
PLC ci ha consentito di compiere un decisivo
passo in avanti”, racconta Larghetti. La CPU
attualmente utilizzata è un CX8090 in ambiente
Windows CE, che si avvale di un client MQTT,
un protocollo di messaggistica leggero che