La Proprietà Edilizia - Febbraio 2020 ARPE2 | Page 27

automatizzata e non si parcheggerà più nelle grandi città perché le auto saranno come taxi, serviranno per portare a destinazione e spariranno le auto di pro- prietà giacché sarà sempre più diffuso l’uso condiviso dei veicoli (car sharing). La rivoluzione vera riguarderà indubbiamente gli incidenti. Nell’ambito dell’Associazione mondiale della strada (World Road Association), sta operando una task force internazionale con rappresentanti da tutti i continenti con l’intento di condividere il sapere tecnico sulla guida autonoma cercando di rispondere insieme a questioni della massima rilevanza: come deve attrezzarsi il gestore stradale per favorire la cir- colazione dell’auto a guida autonoma? Di chi sono le responsabilità in caso d’incidente, non essendoci un conducente? Della casa automobilistica? Del pro- duttore del software? Del gestore della strada? Come va modificata la segnaletica in modo che sia sempre leggibile dal veicolo a guida autonoma anche in caso di neve o condizioni avverse? Quali regole dovranno rispettare le auto a guida autonoma? Regole nazionali o, più probabilmente, continentali? Tutti interrogati- vi con cui si è già misurato anche il Comitato tecni- co italiano sulla Guida Autonoma dell’Associazione Mondiale della Strada, nel volume «Guida Autonoma e Smart Road», pubblicato dalla casa editrice DEI, cui hanno lavorato circa ottanta esperti del Ministero infrastrutture e trasporti, di ANAS, del settore Auto- motive, dei produttori di software, dei gestori stradali e autostradali, delle Università, delle Assicurazioni. Se è vero che il veicolo a guida autonoma è pro- gettato, come spiegano i costruttori, per circolare in qualsiasi strada, è anche vero che la smart road offre al veicolo automatico l’ambiente più confortevole e lo dota di una visione di varie decine di metri più lun- ga e più completa rispetto alla strada ordinaria. La strada connessa dialoga con il veicolo e lo avverte sui lavori in corso, sugli incidenti in prossimità, sulle code, sulle avverse condizioni meteorologiche e del traffico, sul percorso più sicuro. I sensori, collocati nelle infrastrutture “morte”, consentono di monito- rare lo stato di salute di un ponte o di un viadotto, prevenendo crolli o altri incidenti. Questo ci fa capire che puntare sulla strada connessa è un investimento innanzitutto in sicurezza. Gli ultimi dati Istat ci dicono che nel 94% dei casi gli incidenti derivano da comportamenti errati del conducente: distrazione, mancato rispetto della pre- cedenza, velocità troppo elevata, inosservanza della segnaletica, uso del cellulare alla guida. L’auto a gui- da autonoma, che peraltro prevede la frenata automa- tica in caso di ostacolo, dovrebbe eliminare del tutto questi problemi portandoci, entro pochi anni, a un fu- turo con sempre meno vittime. la PROPRIETÀ edilizia • Febbraio 2020 | 27