La Proprietà Edilizia - dicembre/gennaio 2020 ARPE12 | Page 12
Libia nel caos
Interessi italiani
a rischio
Piero dal Colle
D
a tempo l’area geogra-
fica che va dall’Africa
nord occidentale al Me-
dio Oriente è in preda a
un caos sul quale intervengono
strategie e interessi internazionali
che alimentano conflitti e conti-
nue destabilizzazioni. Le guerre del Golfo degli USA
contro l’Iraq e le “primavere arabe” con i connessi
disegni islamisti, hanno, dato il via a interventi mi-
litari e/o di intelligence più o meno espliciti di tutte
le grandi nazioni (USA, Russia, Turchia, Gran Bre-
tagna, Francia) e, favorito, indirettamente, l’apertura
di spazi commerciali anche ad altre, geograficamente
più lontane (Cina).
L’uccisione del comandante della Guardia rivo-
luzionaria iraniana Qassem Soleimani costituisce
non solo un’operazione militare, come giustificato
dal presidente USA Donald Trump, per impedire
«un attacco imminente contro strutture americane in
Iraq e Libano», ma ha inteso anche colpire il ruolo di
Teheran nella regione in difesa della Siria e contro il
terrorismo islamista. Di conseguenza si possono fa-
cilmente prevedere sia una pericolosa reazione dello
stato iraniano sia una recrudescenza dei conflitti ali-
mentati dall’Isis che, negli ultimi tempi, aveva perso
forza e posizioni territoriali.
Gli effetti che potrebbero derivare nel versante
nord africano da quest’azione USA, con ogni pro-
babilità, consentiranno agli interessi esterni un am-
pliamento dei loro margini di manovra. Potrà essere
possibile, come ritiene, in un’intervista a «La Veri-
tà», Dario Fabbri, esperto della rivista di geopoliti-
ca Limes, che «gli americani chiuderanno più di un
occhio nel caso in cui la Turchia stanziasse un pro-
prio contingente in Libia». In Libia, il caos seguito
al dopo Gheddafi è arrivato al punto decisivo con lo
scontro militare tra le forze del leader della Cirenai-
ca, Khalifa Haftar, e quelle meno consistenti del pre-
sidente del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli
Fayez al Sarraj. Dietro a questo conflitto vi sono le
strategie e gli interessi geopolitici russi, egiziani e
12 | la PROPRIETÀ edilizia • Dicembre 2019/Gennaio 2020
francesi a favore del primo, e l’intervento di Anka-
ra a sostegno del secondo. Gli scontri militari che
stavano risolvendosi in favore di Haftar potrebbero
essere sostituiti da un tavolo negoziale, anche perché
i due principali protagonisti, Vladimir Putin e Recep
Tayyip Erdogan hanno mantenuto, nella vicina area
mediorientale, una linea d’intesa, nonostante l’insor-
gere di provocazioni e punti di frizione. Linea con-
fermata dai colloqui di Sochi dell’otto gennaio 2019.
La spartizione della Libia provocherebbe un
nuovo arretramento dell’Europa a conferma che nel
Mediterraneo il vuoto della politica europea, non è
sostituibile con le intenzioni nazionaliste francesi,
l’influenza dell’intelligence britannica o con il decli-
nante interesse petrolifero italiano. Il mare nostrum
è al centro di una serie di grandi sommovimenti geo-
politici: l’espansione dell’influenza russa volta a in-
tervenire in Medio Oriente e oltre, anche per tutelarsi
dalla possibile influenza islamista nel Caucaso; il di-
segno neo ottomano di Ankara; i conflitti tra sunniti
e sciiti all’interno del mondo arabo e mussulmano; la
strategia americana tesa a destabilizzare e a favorire
cambi di regime, affinché nessuno riesca a primeg-
giare nella regione, determinando un caos dilagante.
In questo quadro il Paese che rischia di più è l’I-
talia. Non si tratta soltanto della possibile perdita del
controllo sul petrolio libico che passerebbe di mano
a Mosca e ad Ankara, ma diverrebbe incerta la sorte
della gestione Eni anche nelle altre zone del Mediter-
raneo come i giacimenti di Zohar al largo delle coste
egiziane o quelli nelle acque territoriali di Cipro già
“minacciati” dalla Turchia, mentre aumenterebbe la
strumentale pressione di Erdogan che influirebbe sui
flussi migratori verso il nostro Paese. Forse, però, il
prezzo maggiore, l’Italia lo pagherebbe sul piano po-