La Proprietà Edilizia - Aprile/Maggio 2020 ARPE4-5 | Page 11

bili e quindi ripagheranno il debito. In altri settori, probabilmente non sarà così. Tali aziende potrebbero essere ancora in grado di ammortizzare questa crisi per un breve periodo di tempo e aumentare il debito per mantenere il pro- prio personale al lavoro. Ma le loro perdite accu- mulate rischiano di compromettere la loro capacità di investire in seguito. E, se l’epidemia di virus e i blocchi associati dovessero durare, potrebbero re- alisticamente rimanere in attività solo se il debito accumulato per mantenere le persone impiegate in quel periodo fosse infine cancellato. O i governi rimborsano i debitori per le loro spese, o quei debitori falliranno e la garanzia do- vrà essere convalidata dal governo. Se il rischio morale può essere contenuto, il primo è migliore per l’economia. Il secondo percorso sarà probabilmente meno costoso per il budget. Entrambi i casi porteranno i governi ad assorbire una grande parte della perdi- ta di redditi causata dalla chiusura, se si vogliono proteggere posti di lavoro e capacità. I livelli del debito pubblico saranno aumentati. Ma l’alternativa – una distruzione permanente del- la capacità produttiva e quindi della base fiscale – sarebbe molto più dannosa per l’economia e alla fine per il credito pubblico. Dobbiamo anche ricor- dare che, dati i livelli attuali e probabilmente futuri dei tassi di interesse, un tale incremento del debito pubblico non aumenterà i suoi costi di servizio. Per alcuni aspetti, l’Europa è ben equipaggiata per affrontare questo straordinario shock. Ha una struttura finanziaria granulare in grado di incana- lare i fondi verso ogni parte dell’economia che ne necessita. Ha un forte settore pubblico in grado di coordinare una risposta politica rapida. La velocità è assolutamente essenziale per l’efficacia. Di fronte a circostanze impreviste, in questa cri- si, è necessario un cambiamento di mentalità come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che stia- mo affrontando non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di nessuno di coloro che ne soffrono. Il costo dell’esitazione può essere irreversibile. Il ricordo delle sofferenze degli europei negli anni ’20 dovrebbe essere di sufficiente ammonimento. La ve- locità del deterioramento dei bilanci privati - cau- sata da un fermo economico che è sia inevitabile che desiderabile – deve essere fronteggiata con la stessa velocità nel mettere in campo i bilanci pub- blici, mobilitare le banche e, in quanto europei, so- stenersi a vicenda nel perseguimento di quella che è, evidentemente una causa, comune. Traduzione di Pier Paolo Saleri la PROPRIETÀ edilizia • Aprile/Maggio 2020 | 11