LA LOTTA DI GIACOBBE la-lotta-di-giacobbe | Page 26

I fondi informali costituiscono l’ambiente dei miei quadri, ne determinano l’atmosfera, il clima. Non vengono osservati nei particolari se non da occhi esperti, non quanto gli elementi geometrici ben riconoscibili. Sono come lo sconfinato spazio siderale in cui ci concentriamo a fissare solo un corpo celeste o dei punti luminosi, sono come la realtà infinitamente multiforme che ci circonda in cui ci limitiamo a individuare i dettagli riconoscibili, sono come il liquido amniotico in cui è sospeso un corpo in formazione. Hanno comunque il potere di attrarre l’osservatore oltre la superficie della tela, “dentro” al quadro, in un mondo parallelo, in un universo metafisico. Lo scenario della lotta di Giacobbe è notturno, una notte carica di energia, dapprima incombente, poi prorompente, per attenuarsi infine prima dell’aurora. L’atmosfera è oscura, ma allo stesso tempo elettrica, radioattiva, e liquida. Una tonalità violacea e verde fosforescente mi è parsa appropriata per esprimere la tensione e il mistero. Normalmente parto da tele bianche e sovrappongo le tinte. In questo caso dovevo ragionare al contrario: partire dalle tenebre, da una base scura, e caricarla di bagliori biancastri. Il primo tentativo, virtuale, si è rivelato efficace in partenza: ho preso delle foto di miei fondi abituali e sul computer le ho ribaltate in negativo. Perfetto! Una volta compreso l’effetto a cui miravo, ho proceduto all’esecuzione dei fondi.