LA LOTTA DI GIACOBBE la-lotta-di-giacobbe | Page 3
PREMESSA
Mi appresto a raccontare, per la prima volta nei dettagli,
la storia di una mia opera pittorica, un trittico dedicato
alla lotta di Giacobbe: i suoi presupposti, la genesi,
il processo creativo ed esecutivo, le circostanze, le scelte,
le soluzioni tecniche, il vissuto e il suo compimento.
IL TEMA
La lotta di Giacobbe è un episodio biblico (Genesi, 32, 23-33).
Giacobbe è fratello gemello di Esaù, figli di Isacco e Rebecca.
L’etimologia stessa del suo nome, “colui che afferra per il
calcagno, che tallona, che soppianta”, richiama la circostanza
che al momento del parto teneva con la mano il calcagno del
fratello gemello, nato per primo e quindi destinatario del diritto
di primogenitura. Tutta la sua vita è condizionata da questo
complesso di inferiorità e per tentare di affrancarsi non evita
in varie circostanze comportamenti spudoratamente sleali.
Comunque, in occasione di un viaggio per incontrarsi - sempre
con intendimenti ambigui - col fratello, attraversa il fiume
Iabbok assieme alle due mogli (Lia e Rachele), agli undici figli
(Beniamino non era ancora nato), alle schiave, agli armenti.
Infine resta solo. Giunta l’oscurità viene assalito da un uomo con
cui lotta tutta la notte. Giacobbe viene ferito al nervo sciatico ma
continua a trattenere l’avversario che, giunto il mattino, pur di
liberarsi, cede alla richiesta di una benedizione attribuendo a
Giacobbe il nome di Israele (che in ebraico significa “uomo che
vide Dio” o “uomo che lotta con Dio”).
La narrazione biblica di questo passo è particolarmente ermetica,
enigmatica: alcune interpretazioni asseriscono che l’assalitore
sia un angelo, altre Dio stesso, altre un mago o un pagano.
Sta di fatto che Giacobbe rinominato Israele, nonostante il suo
basso profilo morale rispetto al fratello Esaù, diviene il capostipite
di tutta la stirpe ebraica, e i suoi dodici figli i progenitori delle
dodici tribù.