cultura e società
Forse se avessi saputo il titolo originale del film avrei avuto altre aspettative. Dalla traduzione inglese, 'The Salt of Life', mi aspettavo un film interessante, magari comico, ma comunque con una morale. Purtroppo mi sbagliavo: l'unica morale è “non diventare come Gianni a 50 anni”. Gianni è in pensione e si annoia molto, ha una moglie esigente, una madre un po' matta da tenere a bada e tanta voglia di tornare ad avere una vita sentimentale. Fin qui tutto bene. Quando però lui e l'amico Alfonso ci provano con due gemelle bionde che hanno la metà dei loro anni si cade nel ridicolo. Il film tenta di convincerci che sia bello guardare un uomo maturo che ammicca alle ragazze, ma sinceramente la cosa è un po' inquietante.
L'unico personaggio davvero gradevole del film è la madre di Gianni, Valeria, eccentrica, troppo abbronzata e sempre in ghingheri, anche se passa tutto il giorno davanti alla televisione.
La cosa peggiore è che anche il finale è deludente, un susseguirsi di spezzoni sui sogni di Gianni, sogni in cui viene nutrito e accarezzato da un harem di belle donne. La colonna sonora, inoltre, è davvero ripetitiva e rende il film ancora più noioso.
Insomma, ho visto film migliori ma perlomeno ho passato un'ora e mezza ad esercitarmi con l'italiano, cosa che, dopo tutto, è fondamentale per chi lo studia come me.
GIANNI E LE DONNE
With no Italian film nominated in this year’s selection for Best Foreign Language Film at the recent 87th Academy Awards, we must look to 2013’s La grande bellezza for Italy’s last win, its first since Benigni’s La vita è bella in 1998. Paolo Sorrentino’s evocative, indulgent, beautifully filmed comedic drama tells the story of Jep Gambardella, a cynical, ageing socialite, played wonderfully by Toni Servillo, a Sorrentino regular. After having written one extremely successful novel some forty years back, the film opens at Gambardella’s sixty-fifth birthday party; a drug-fuelled, Gatsby-esque extravaganza of excess, such parties filling the void of emptiness and unfulfillment that Gambardella and his acquaintances appear to be lost within. However, Gambardella’s dissatisfaction with life does not prevent him from enjoying the delights of his city, Rome, the second protagonist in this ambitious film. The film comes into its own thanks to the dramatic, artistic photography of the city, where Rome appears quiet on the streets, but animated and exciting inside the secret and extraordinary locations of the city where the best and most exclusive parties are to be found. Wide, symmetrical shots of the finest settings that Rome has to offer will entertain any fan of aesthetically pleasing films. Partying and cinematography aside, religion, intellectualism, love and lust all play a part in Sorrentino’s vision of Rome, and through Gambardella’s past and present he explores themes of triviality and the meaning of life, death, and work. While the running time is extensive at over two hours, and the female characters in a male centric film leave something to be desired, there is no denying that it is an absolute pleasure to join Jep Gambardella on his strolls through the streets of Rome, searching for la grande bellezza, “the great beauty”.
film reviews
by vanessa allen
La grande bellezza
Photography: theguardian.com // pics.filmaffinity.com
BY ELLIE HILL
Photography: Leo Hidalgo - Flickr