ARTE, CULTURA, SPETTACOLO
BACKGROUND CREDIT: SKETCHED LIFE/FLICKR; KARINMURRARY/FLICKR
DI:
LISA TORELLI
Quest’anno l’Italia ha participato in prima fila alla cerimonia degli Oscar, con un film che, meritatamente, ha ricevuto ben quattro candidature (Miglior Film, Miglior Attore Protagonista, Miglior Sceneggiatura non Originale e Miglior Canzone Originale). Il 4 marzo la statuetta per la migliore sceneggiatura non originale è stata vinta da James Ivory per Call Me by Your Name (Chiamami col tuo nome). Il film è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore statunitense André Aciman, pubblicato per la prima volta nel 2007. Il film è diretto da Luca Guadagnino e vede il giovane attore Timothée Chalamet nel ruolo di Elio,
affiancato da (Armand Douglas) "Armie" Hammer nel ruolo di Oliver. La pellicola è un susseguirsi di scene realistiche ed emozionanti, che lasciano lo spettatore incollato per due ore allo schermo. Le ambientazioni e le musiche, come una macchina del tempo, riavvolgono il passato e riportano in vita un’autentica atmosfera “anni Ottanta”, commuovendo i cuori dei più nostalgici.
La trama si attiene il più possibile al romanzo, tagliando solo qualche scena “troppo esplicita”. Elio, un giovane di diciassette anni, sta trascorrendo le vacanze estive con la sua famiglia ebrea in una villa nei pressi di Crema (Lombardia). La madre è un’elegante donna francese amante della lettura (passione che ha trasmesso al figlio, come vediamo in molte scene); il padre è un professore di archeologia che, ogni anno, ospita nella tenuta uno studente dottorando, che lo aiuti nelle sue ricerche. È così che Oliver arriva, all’inizio del film, in casa Perlman; alto, biondo e con gli occhi azzurri, il giovane americano incarna il modello del principe azzurro, il cui fascino e “savoir faire” sono irresistibili. Elio, al contrario, è un esile ragazzo dai riccioli scuri, riservato, sognatore e grande appassionato di musica. Trascorre le sue giornate con gli amici del paese, oppure immerso nella lettura o nella trascrizione su spartito delle musiche fedelmente riprodotte dal suo inseparabile walkman. Elio instaura fin da subito un rapporto particolare con Oliver, un gioco che si pone al limite tra l’attrazione e la repulsione; a volte complici, altre volte quasi in competizione, i due portano avanti una relazione ambigua per quasi metà film. Lo spettatore è messo presto a conoscenza della frustrazione interiore che pesa su Elio, a causa della sua attrazione sessuale nei confronti di Oliver.
Tutto questo si svolge tra le atmosfere di un’Italia pittoresca, vissuta attraverso azioni quotidiane come le nuotate nel fiume, i pescatori che portano pesce appena pescato, e le strade vuote, percorse solo da biciclette. Il film riporta alla luce un mondo che oggi ci sembra molto lontano, nel quale non esistevano telefoni cellulari, né televisioni e computer o altre tecnologie. La musica ha un ruolo da protagonista ed accompagna lo spettatore nell’esplorazione dei sentimenti più privati di un giovane ebreo omosessuale. La nascita del desiderio amoroso è raccontata attraverso piccoli gesti, dettagli e scene apprezzate per la loro finezza e sensibilità.
Luca Guadagnino è riuscito a portare un’Italia quasi dimenticata sotto i riflettori di Hollywood, e siamo entusiasti che il film abbia ricevuto i dovuti riconoscimenti, nella novantesima edizione della notte degli Oscar!