LA CIVETTA December 2019 | Page 24

Il cibo e l’immigrazione in Sicilia

Niki Northcott

A cosa pensi quando dico sapori italiani? Al basilico, al pomodoro o alla mozzarella? Hai considerato, forse, lo zafferano, il limone o il pistacchio? In Sicilia, nel cuore del Mar Mediterraneo, questi ultimi ingredienti sono fondamentali per la costruzione della tradizione culinaria autoctona, unica nel suo genere, la quale apporta un contribuito importante a una delle culture più affascinanti d’Europa.

Data la sua lunga storia di immigrazione e colonizzazione, la Sicilia è stata influenzata da svariate altre culture, tra cui quella greca, romana, sicana, fenicia, bizantina, mora, francese e spagnola – e l’elenco potrebbe ancora continuare! Questa storia ha portato su questo territorio nuove persone, nuovi alimenti e, perciò, nuove creazioni.

I famosissimi arancini siciliani - palle di riso ripiene e fritte - sembrano provenire dall’epoca araba del decimo secolo. Il limone rifrescante che oggi si trova in un gelato o in una granita è arrivato dall’Africa secoli fa, ma è stata la presenza del vulcano Etna a creare una terra ricca e fertile che ci ha regalato il sapore distinto del limone siciliano. Inoltre, c’è una grande quantità di piatti con un evidente mix di influenze. La pasta con le sarde, per esempio: un piatto iconicamente italiano insaporito, nella cucina sicula, con il finocchio e lo zafferano. Oppure, le panelle e le crocchè, una parte imperdibile della famosa cultura di ‘street food’ a Palermo, vengono fatte con i ceci, un prodotto proveniente dal Medio Oriente.

Non a caso, la storia italiana più recente è caratterizzata da una questione che divide la società fino alle opinioni politiche più estreme, quella dell’immigrazione. L’anno scorso, il Decreto Sicurezza di Matteo Salvini, l’ex-Vice Primo Ministro d’Italia, è stato emanato con lo scopo di ridurre il numero di immigrati che sbarcano in Italia illegalmente. Quest’estate la capitana di una nave Ong

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