LA CIVETTA December 2019 | Page 39

politica

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Curiosi di quello che sta accadendo oggi nel mondo dell’agricoltura italiana, dei cambiamenti che ci potranno essere in seguito a Brexit e – perché no – golosi di consigli gastronomici, ecco alcune curiosità alle quali la Ministra ha dato risposta!

Sembra che l’agricoltura italiana non frutti come potrebbe: quali sono i fattori che la soffocano? Come pensa di rinnovare questo settore, quali interventi sono già stati attuati in questo senso e quali, invece, si prospettano per il futuro?

Sono tante le questioni che dobbiamo risolvere, a partire dal grande tema della tutela del reddito dei nostri agricoltori. Dobbiamo imparare tutti che fare buon cibo costa. Dobbiamo sapere che quando risparmiamo su quello che mettiamo nei nostri piatti, rischiamo di farlo a spese di qualcuno. Quasi sempre un lavoratore o una lavoratrice costretti a remunerazioni troppo basse, oppure l’utilizzo di prodotti chimici nocivi per la salute. Oggi, ancora più che in passato, è fondamentale considerare l’agroalimentare un settore importantissimo per tutte le ricadute che comporta: sociali, economiche e occupazionali, ambientali e culturali. Ogni investimento in agricoltura è un investimento in benessere, in salute, in salvaguardia del territorio. Un pezzo di futuro di ognuno. Ecco perché dico: agricoltura e agroalimentare al centro dell’agenda politica ed economica del paese. In legge di bilancio abbiamo evitato altre tasse con l’azzeramento dell’Irpef: un risparmio di circa 200 milioni di euro da reinvestire. Ne mettiamo a disposizione 600 per il prossimo triennio, guardando con attenzione ai giovani e alle donne che sono già o che vogliono entrare in questo mondo. Un’altra priorità si chiama semplificazione. In questi ultimi anni ci sono stati passi in avanti ma serve una svolta per dare ossigeno alle imprese, che devono concentrare tempo e risorse per crescere, produrre buona agricoltura e buon cibo, non montagne di carta.

La qualità riconosciuta al Made in Italy ha portato al cosiddetto Italian sounding: cosa sta facendo - e potrebbe ancora fare l'Italia per contrastare questo fenomeno?

Vantiamo dei sistemi di controllo più all’avanguardia a livello internazionale. Possiamo contare su azioni capillari grazie agli enti preposti che ogni giorno lavorano per salvaguardare consumatori e imprenditori onesti. Il nostro compito è di tutelarli il più possibile, soprattutto nei nuovi canali del commercio come le piattaforme online che arrivano in tutto il mondo. Ispettorato Repressione-frodi, Carabinieri, Guardia costiera: sono loro a fare dell'Italia un'eccellenza mondiale nei controlli, a loro dobbiamo dare più strumenti e mi riferisco anche alla riforma sui reati agroalimentari da accelerare. Gli accordi strategici sottoscritti con alcuni dei più grandi colossi del web consentono al nostro Ispettorato Repressione-frodi di intervenire anche sugli scaffali virtuali, impedendo la vendita di falso vino e falso cibo Made in Italy. È un punto fondamentale. Ovviamente a questo dobbiamo affiancare una strategia di promozione dei nostri prodotti per una sempre maggiore valorizzazione e promozione nel nostro Paese e in tutti quei Paesi che riconoscono l’eccellenza e l’assoluta qualità del Made in Italy. Esportiamo per circa 42miliardi annui di prodotti autentici ma subiamo un furto di identità pari a 100miliardi di euro.