LETTERA DEL DIRETTORE
INSIEME
Cari lettori, mi chiedo se esista qualcosa di più difficile del saper stare insieme, coesistere.
Noi, studenti di lingua, siamo forse i più esposti a questi meccanismi di coesistenza. O, forse, noi siamo quelli che meglio riescono a vedere questi processi. Da quando abbiamo iniziato i nostri studi, infatti, viviamo sospesi tra più culture, e ci troviamo spesso a dover mediare tra queste. Ma quanto è difficile fare da mediatori? Dopo aver scoperto che le traduzioni letterali, quelle “parola per parola”, sono in realtà un grande imbroglio, è facile cadere in un pessimismo che definirei whorfiano. Se è vero che le lingue che parliamo danno forma al nostro pensiero, e che parlanti di lingue diverse vivono in mondi diversi, è davvero possibile un incontro?
In un mondo sempre più globalizzato e connesso alla velocità della rete, eventi come la Brexit, il referendum in Catalogna, i movimenti indipendentisti italiani, la rifioritura dei populismi e dei partiti di estrema destra in Europa, dimostrano come, in realtà, siamo sempre più sconnessi. In particolare noi europei che, dopo l’orrore delle grandi guerre mondiali, avevamo iniziato a sognare un futuro di unione sulle orme di quella che era la più grande democrazia al mondo, gli Stati Uniti d’America, siamo ora completamente disillusi.
Cari Whorf e Sapif, sembra proprio che aveste ragione: lingue diverse, mondi diversi, e abissi culturali in cui perdersi. Quest’ultimi, in particolare, sono le grandi muraglie che separano le genti, non solo lungo i confini di diverse nazioni, ma anche all’interno delle nazioni stesse. Sono quelle barriere che separano i diversi gruppi che abitano uno stesso paese, ed hanno diversi nomi come “gender”, “etnia” ecc. Sono quelle barriere che noi stessi creiamo quando dividiamo la “norma” dal “diverso”. Mediare tra queste muraglie è un’impresa incredibile ed estremamente complessa, anche per noi mediatori. È proprio vero che studiare nuove lingue apre a nuovi mondi, ma quanto è difficile riuscire a comprendere davvero ed accettare questi nuovi mondi, con tutti i loro pregi e i loro difetti? Quanto è difficile superare le incomprensioni, culturali e non?
Immergersi in diverse culture non è solo divertente, più ti immergi in esse e più puoi farti male.
Immergersi in diverse culture non solo ti apre gli occhi al mondo, ma anche su te stesso.
Cari lettori, questo numero non sarà il classico “sguardo allo Stivale”. In questo numero cercheremo di andare più a fondo, cercheremo di capire cosa vuol dire vivere da britannico in Italia, e vice versa. Cercheremo anche di comprendere come coesistono gli italiani tra loro, e come affrontano il fenomeno dell’immigrazione, che negli ultimi anni è aumentato in maniera considerevole. Per fare ciò si è deciso di dare molto spazio alla sezione Interculturalità. Non mancheranno, comunque, interessanti articoli sull’arte, la cultura e lo sport italiano, sempre mantenendo un certo focus sul tema dello stare insieme, delle connessioni tra i popoli, e di come ottenerle. Troverete, inoltre, una nuova sezione dedicata alla Scrittura Creativa, dove gli studenti hanno l’opportunità di esprimere a pieno la loro creatività.
Insieme, sembrava un argomento facile da trattare, ma si è rivelato tutt’altro. Per questo motivo, cari lettori, vi avviso che la lettura non sarà sempre semplice, a volte potrà anche far male, e richiederà quelle doti di interpretazione e mediazione che noi, studenti di lingue e culture straniere, con grande fatica stiamo cercando di acquisire. Ma di una cosa possiamo rassicurarvi: comunque vada, vale sempre la pena scoprire un nuovo mondo.
Buona lettura, Sara x