LA CIVETTA - April 2020 | Page 12

L’Italia non abbocca

politica

o quantomeno ci prova

"Nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto. Crea la tua sardina e partecipa alla prima rivoluzione ittica nella storia".

È stato con questa affermazione che banchi di Sardine hanno iniziato a riempire le grandi piazze italiane.

Da un lato le Sardine, piccoli pesci che si stringono e si spostano in gruppo, dall’altro lo Squalo, rappresentato dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini o in generale dalla corrente fascista che tira nei “mari” italiani. Il movimento delle Sardine nasce in Italia lo scorso novembre 2019, quando un gruppo di quattro ragazzi bolognesi decide di ideare gli slogan: “L’Emilia Romagna non abbocca” o ancora “Bologna non si Lega” in occasione delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria, per ricordare che, nonostante l’aumento di opinioni di matrice xenofoba e populista, Bologna è e rimarrà una città fondamentalmente antifascista. E il 14 novembre 2019 è bastato organizzare un evento su Facebook per colpire nel segno: essere in 6.000 in Piazza Maggiore contro le 5.570 persone che può contenere PalaDozza, luogo dove Matteo Salvini si sarebbe presentato a sostegno della sua candidata, la Borgonzoni. Quel giorno la lotta antifascista ha avuto la meglio, in Piazzain Piazza Maggiore si sono raccolte ben 15.000 persone. Lo scopo: dimostrare che nella lotta contro l’odio interraziale si è tutti uniti, “stretti come sardine”.

A Bologna è stato un momento altamente simbolico: si tratta infatti di una città storicamente legata alla sinistra, ma ciò che è interessante è che a portare tutte quelle persone a manifestare è stato un movimento apartitico.

Lo stesso “fishmob” è stato organizzato in altre città facendo sí che le Sardine aumentassero sempre più, fino a riempire le maggiori piazze italiane. Modena, Ravenna, Roma, Torino, fino agli estremi dello Stivale, le città non si sono legate, rispondendo alla violenza con l’antiviolenza. Durante gli incontri, che si sono susseguiti fino alle elezioni regionali del 26 gennaio scorso, ma che continuano ancora oggi, nessuno porta con sé simboli di parte, slogan con insulti o bandiere. L’intento è piuttosto quello di rimanere uniti e in silenzio nella lotta contro il frastuono fascista, l’odio e la violenza. Ciò che invece è ammesso agli incontri: sagome a forma di sardina e dei libri da scambiare, simbolo di ricchezza culturale. Niente striscioni o programmi, ma solo la linea politica dell’antifascismo. Sono quindi i modi e la portata di queste manifestazioni a stupire, i toni calmi e cortesi accompagnati dalle note di Bella Ciao, canzone partigiana per eccellenza canatata all’unisono nelle piazze gremite di gente, tutti vicini contro l’odio.

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