LA CIVETTA - April 2020 | Page 100

AP: Si, non c’è mai stata una democrazia del genere. Sono ormai trent’anni che tutto l’arco della politica si allontana dall’idea espressa nella Costituzione. Io non sono nato nè di sinistra nè antifascista, ma sviluppando il mio pensiero a riguardo, mi sono posto delle domande. Sono diventato antifascista quando mi sono reso conto che mentre i nazisti dicevano di aver fatto quello che hanno fatto eseguendo degli ordini, i partigiani hanno anche fatto cose orrende, ma non ho mai sentito un partigiano dire di star eseguendo un ordine. Questa è l’enorme differenza fra l’essere sudditi e l’essere cittadini. La Costituzione italiana si fonda proprio sull’idea di una cittadinanza attiva, partecipata: partiti, sindacati, scuola pubblica. Facciamoci caso: sono 30 anni che tutto ciò è sotto attacco. Tutta logica di disintermediazione: il leader e le masse. Quando si è cominciati a passare dall’idea di partecipazione all’idea di governabilità... be’ io non voglio essere governato, democrazia significa popolo sovrano. Non mi sembra ci sia un progetto di questo tipo. Serve ricostituire luoghi di partecipazione.

A: In tal senso, pensa che le Sardine possano rappresentare quella forma di presenza civile nelle città in relazione alla lotta antifascista? Il cantare “Bella Ciao” stretti in una piazza costituisce l’essere presenti e conservare nella memoria le esperienze necessarie a rispondere in modo adeguato a una determinata situazione storica?

AP: Sono andato a Roma a cantare Bella Ciao con i miei amici, mi stanno simpatiche le Sardine. Faccio parte del Circolo Gianni Bosio, noi andavamo sempre alle manifestazioni con orchestra e coro, abbiamo smesso di andarci perché a un certo ciò che portava vita nelle manifastazioni non erano più le voci dei manifestanti ma il sound system, per cui non si sentiva nessuno cantare. La cosa che mi è piaciuta è stata l’assenza del sound system, quello che contava è stato l’esserci. Poi è pieno di gente che pensa che queste Sardine non capiscano nulla, ma bisogna capire che in questo movimento non si stanno cercando leader, non saranno loro a salvarci, ma loro e qualcos’altro forse sì, la direzione potrebbe essere quella.

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Anna Polimeni

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