La biblioteca di Sallustio - Numero 1 n.1 set-ott 2014 | Page 4

Lo scaffale di Anna Frank risultano incomprensibili. A mio avviso, l’intensità di questa storia sta proprio in questo: di fronte a ciò che è accaduto, una parte del nostro essere continua a vedere le cose con gli occhi di Bruno, con lo stupore di chi non è in grado di comprendere fino in fondo qualcosa di tanto terribile da superare la nostra capacità di immaginazione. Una parte del nostro essere continua, suo malgrado, a trovarsi dalla parte sbagliata della rete. E proprio come Bruno, nessuno di noi potrà mai capire, fino in fondo, che cosa è stato veramente Auschwitz. “La cena non verrà servita prima delle sei e mezza. E tu a che ora ceni?” “È meglio che vada.” “Forse puoi venire a cena da noi, una sera.” “ Forse…”. Questo è lo stralcio di un dialogo tra due bambini, Bruno e Shmuel, protagonisti del romanzo Il bambino con il pigiama a righe dello scrittore irlandese John Boyne (2006). Fuori dal suo contesto, potrebbe apparire un dialogo normale, quasi ordinario, tra due ragazzini che si sono conosciuti e tra i quali sta nascendo un legame di amicizia. Ma poi nelle loro parole irrompe una frase, pronunciata da Shmuel in tono sommesso: “Ho paura che tu sia dalla parte sbagliata della rete…”. E la normalità solo apparente del loro dialogo si dissolve. Torna lo scenario terribile in cui i due bambini si trovano, senza che nessuno dei due ne abbia piena consapevolezza. Soprattutto Bruno, bambino “costretto” a lasciare la sua Berlino perché suo padre è un ufficiale per cui il Führer (che nell’ingenuità con cui i bambini storpiano le parole insolite diventa “Il Furio”) ha grandi progetti. A causa del lavoro del padre, la famiglia di Bruno deve trasferirsi in una località sconosciuta con un nome che lui non riesce nemmeno a pronunciare correttamente: “Auscit”. Il nuovo posto è triste e desolato e la sua nuova casa ha solo tre piani, non paragonabili ai cinque della casa di Berlino in cui poteva scorrazzare. La sorella più grande lo ignora, la casa è sempre piena di soldati e Bruno si sente terribilmente solo. Spesso se ne sta in camera sua e guarda fuori dalla finestra, da cui vede moltissime persone con un insolito abbigliamento: un pigiama a righe. Perché quelle persone si vestono in quel modo? Perché quella zona è recintata? Ma soprattutto perché il padre gli dice che avvicinarsi al reticolato è “Vietato, Sempre e Senza Eccezioni”? A tutte queste domande troverà risposta in un pomeriggio di esplorazioni nella campagna circostante alla casa, dove scoprirà di non essere così solo come credeva, e soprattutto incontrerà Shmuel, un bambino come lui, ma che vive al di là della rete, indossa un pigiama a righe, è rasato e ha un aspetto molto provato. Pomeriggio dopo pomeriggio, attraverso quella rete, l’ingenuità e la spensieratezza, ma anche la sofferenza e la paura s’incontreranno. In un mondo umano, l’amicizia porta a condividere insieme tante esperienze di vita. In un mondo disumano, come quello in cui sono stati scaraventati i due bambini, la loro amicizia li porterà a condividere insieme un’unica esperienza: quella della morte. Ma ciò che rende davvero unica la loro amicizia è la tenacia con cui entrambi la coltivano, nonostante, a dividerli, ci sia l’abisso di due realtà così diverse: Shmuel sembra rendersi conto che Bruno non è in grado F