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associazione
confartigianato
Contro la crisi,
boom di associazionismo
e welfare “fai da te”
“No profit” aumentati del 28% in 10 anni.
Colf e badanti +53% in 5 anni.
di Ufficio Studi Confartigianato
G
li italiani puntano sull’associazionismo e sul
welfare “fai da te” per reagire ai danni economici e al disagio sociale provocati dalla crisi.
È quanto emerge da un rapporto dell’Ufficio Studi di
Confartigianato che fotografa gli effetti della recessione e le risposte dei nostri connazionali.
Dalla rilevazione affiora un quadro drammatico sul
fronte dell’occupazione: 3.076.300 italiani sono disoccupati, ai quali si aggiungono 1.703.500 inattivi
“scoraggiati” (vale a dire che non cercano lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo) e 318.600
cassintegrati, per un totale di 5.098.400 persone (pari al 10% della popolazione) che vivono gravi difficoltà nel mercato del lavoro.
La crisi ha peggiorato anche le condizioni di vita degli anziani con più di 65 anni, vale a dire 12.370.822
persone che rappresentano il 20,8% della popolazione, una percentuale destinata a toccare il 33,1% nel
2050.
Le esigenze di assistenza agli over 65 e, in generale, di cura della famiglia, hanno provocato un
boom del numero di badanti e di collaboratori domestici: secondo Confartigianato, nel 2011 sono
complessivamente 881.702 e negli ultimi cinque
anni sono aumentati di 257.456 unità, con una crescita del 53,7%.
Tra le mille difficoltà della crisi, si scopre un’Italia
solidale che si organizza per supplire alle carenze dei
servizi pubblici e rispondere alle esigenze dei cittadini, testimoniando la capacità dei nostri connazionali
di impegnarsi in prima persona al servizio della comunità. Il rapporto di Confartigianato rivela infatti
che, tra il 2001 e il 2011, il numero delle associazioni no profit è cresciuto del 28%. Oggi se ne contano
301.191, che occupano 680.811 persone e vengono
aiutate nelle loro attività da ben 4.758.622 volontari, pari all’8% della popolazione.
E tra gli italiani impegnati a resistere alla crisi, gli
imprenditori si distinguono per il numero più alto
tra i Paesi europei e per la capacità di creare occupazione: sono 5.574.333 e rappresentano il 9,3% della
popolazione. Tra il 1997 e il 2012 le imprese dell’economia reale – manifatturiero, costruzioni e servizi
non finanziari – hanno creato 1.614.300 nuovi occupati, mentre nello stesso periodo l’agricoltura ha
registrato una riduzione di 431.200 occupati, la Pubblica amministrazione ha perso 147.500 addetti e il
settore della finanza e assicurazioni ha incrementato
gli occupati di sole 49.300 unità. Si conferma così
l’assoluta prevalenza dell’economia reale sull’economia finanziaria nella creazione di posti di lavoro: la
crescita dell’occupazione nell’economia reale è 33
volte quella dell’economia finanziaria.
«Questi numeri – sottolinea Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato – dimostrano la necess ???)???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????)????????%??????????????????????????????q????????t)???????????e?????????????????????????????????????????????????????????????????e????????????????????????????????????????????????A?????%?????)?????????????????????????????????????????????????????????????q????????????????t????????????????????????????????????????????????????????????????)???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????q?)??????t????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????)????????????
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