L' Artigianato Marzo 2015 | Page 17

associazione quale si è disposti a cambiare vita e Paese. La seconda ragione è quella che vede nell’espatrio più opportunità per i figli (12,2%), seguita dalla ricerca di maggiori garanzie sul futuro (9,6%). Il lavoro: difficoltà nella gestione del tempo e nella conciliazione, incertezza per il futuro e difficoltà economiche Chi ha un lavoro lamenta soprattutto poco tempo per se stesso (68,1%) e difficoltà di conciliare lavoro e famiglia (52,4%). Oltre la metà dei lavoratori (57,7%) non si sente in grado di fare progetti per il futuro, dato comunque lievemente migliore al 63,4% registrato dalla precedente inchiesta dell’Eurispes. Una lieve tendenza al miglioramento si presenta anche in relazione alla possibilità di sostenere spese importanti: dal 66,1% del 2014 al 57% del 2015. Aumenta invece il numero di quanti indicano la necessità di cercare una nuova occupazione: il 32,6% (22,4% nel 2014). In parallelo cresce (+8) il numero di chi non si sente in grado di dare garanzie alla propria famiglia con il proprio lavoro fino a quota 64,7%. Deve ricorrere all’aiuto della propria famiglia (genitori, parenti) il 28% di chi lavora. Pur avendo un’occupazione, il 55,6% dei lavoratori ammette di avere difficoltà ad arrivare a fine mese. anap Potere d’acquisto eroso per 7 famiglie su 10. Si taglia su tutto, rivolgendosi più spesso a punti vendita economici per cibo e abbigliamento. Auto, animali domestici, babysitter o un aiuto in casa sono diventati un lusso. Aumentano le rateizzazioni per sostenere le cure mediche (46,7%, +24,3%). L’erosione del proprio potere d’acquisto è ormai un dato di fatto per 7 italiani su 10 (71,5%) che hanno visto nell’ultimo anno diminuire nettamente o in parte la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate. A mutare non sono solo i modelli di consumo che si esprimono con la contrazione degli acquisti indirizzati al superfluo (tempo libero, pasti fuori casa, parrucchiere, estetista ecc.), ma anche i modelli di acquisto (e-commerce e mercato dell’usato). Ci si rivolge più spesso a punti vendita economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (lo fa l’84,5% contro il 75,3% dello scorso anno) e si rimandano gli acquisti ai saldi (l’88,2% vs l’82,9%). L’81,7% cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente (+5,8). È aumentata di ben 13 punti la percentuale di chi si è rivolto ai discount (70,9%) per la spesa alimentare. I tagli si riflettono anche sugli articoli tecnologici, l’80,1% (+8,5), quelle per la benzina, con un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici (41,6%), quelle dedicate agli animali dome- Anno LXVI N. 3 Marzo 2015