associazione
debito
Credito, i trentini
fra i più indebitati d’Italia
L
e famiglie trentine sono fra le più indebitate
d’Italia. I dati della Cgia di Mestre non lasciano scampo: dall’avvento dell’euro (2002) fino
al mese di ottobre 2012, la percentuale di indebitamento dei nuclei famigliari trentini è aumentata del
117,9%, una percentuale che è comunque inferiore
rispetto alla media italiana che registra un impressionante +140%. Ma non tutto il male viene per nuocere visto che gli esperti leggono, in questi dati, anche
una vivacità economica che dimostrerebbe che gli
investimenti da noi non sarebbero bloccati.
La provincia di Trento occupa la nona posizione rispetto alle altre 110 realtà italiane, con un debito con
le banche pari a 24.527 euro per nucleo famigliare. In
vetta a questa classifica c’è Roma, con 29.353 euro per
famiglia, seguita da Milano (28.472) e Lodi (28.351).
I cugini della Provincia di Bolzano sono un po’ più
avanti, visto che occupano la ventiduesima posizione, con un indebitamento di 22.667 euro. Il Sudtirolo può inoltre vantare la più bassa variazione negli
ultimi dieci anni (+66,7%, mentre in altre realtà viene registrato più del triplo). In ogni caso, ben 39 province hanno numeri superiori alla media nazionale
(19.916, in leggero calo rispetto al 2011).
Investimenti
Scorrendo dati di questo tenore verrebbe spontaneo cedere allo sconforto, tuttavia una lettura diversa potrebbe trasformare il tutto in una visione se
non positiva, quanto meno più incoraggiante. In
Trentino, l’indebitamento sarebbe alto perché è più
Meccanici,
il 46% trova subito posto
Il 46% degli studenti che nel 2012 hanno ottenuto
la qualifica in meccanica sono già occupati: il 35%
ha deciso di proseguire gli studi, solo il 19% è in cerca
di lavoro. Numero questo che sale al 21% degli studenti
“elettricisti”: ma anche qui il 34% ha già trovato
occupazione, e cresce invece il numero di quanti decidono
di proseguire gli studi, il 45%. Questi i “numeri” d’annata,
riferiti alle possibilità occupazionali, dell’Enaip di Cles.
La filosofia di base, spiega il dirigente scolastico Luca
Branz, è di sviluppare attività pratiche laboratoriali reali e
non simulate che aiutano a comprendere meglio i concetti
teorici e culturali che se studiati solo sui libri risultano
nella maggior parte dei casi ostici e noiosi. La scuola
professionale, continua, non è un ripiego; «anche se
26 l’Artigianato
Anno LXIV
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