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Il Libro d’artista
Un’opera d’arte da percepire con tutti i sensi
di Paolo Aldi
I
l Libro d’artista non è un semplice libro o il libro
di un artista, è invece un genere artistico a se
stante, con le sue peculiarità e una sua storia.
Per intenderci è un genere a sé come la pittura
su tela, la fotografia, la scultura, la computer art, la
land art. è anche chiamato Livre d’artiste in francese e
Artist’s book in inglese.
Il Libro d’artista comunica ed esprime l’idea dell’artista con tutto se stesso, non solo con la scrittura e qualche illustrazione, tanto che non si dice “scrivere un libro
d’artista”, ma bensì “fare un libro d’artista”. In altre parole
il Libro d’artista non è solo un supporto, ma un’opera che
va intesa e vissuta in tutto il suo complesso: materiali,
forma, colori, immagini, scritti, segni, impaginazione, distribuzione. Questo particolare genere artistico è contrario al consueto divieto di toccare l’opera d’arte, come
accade normalmente nei musei e nelle gallerie, perché
avanza l’esigenza non solo di guardare l’opera ma anche
toccarla, usare tutti i sensi per conoscerla e apprezzarla, vivere e recepire l’idea dell’artista. Carlo Belloli offrì al
pubblico pagine d’artista in forma e concretezza di poemi
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L’ARTIGIANATO / ANNO LXVII / n. 5 / maggio 2016
commestibili. Diciamo che il Libro d’artista è l’unico tra i
testi che può permettersi di essere illeggibile.
Non volendo scavare nell’antichità possiamo considerare Laurence Sterne il padre del Libro d’artista.
Nel 1759 all’interno della sua opera Vita e opinioni di
Tristram Shandy, Gentiluomo troviamo disegni e altri
interventi visivi dell’autore, la presenza di pagine nere
assenti di testo. Poi alla fine dello stesso secolo i coniugi William e Catherine Blake scrivono, illustrano, stampano e rilegano dei propri libri; le immagini saranno
colorate a mano da loro stessi. Questi libri ricordano ancora i miniati ma inseriscono evidenti le novità
dell’integrazione di testo, immagini e forma, dell’autoedizione e autodistribuzione.
Il genere artistico di cui stiamo parlando trova linfa nelle prime avanguardie artistiche del Novecento
e nel Futurismo. Nel 1927 Fortunato Depero progetta la monografia Depero futurista, più conosciuta
come Libro bullonato. Doveva essere una pubblicazione composta di 234 pagine, con copertina fustellata e un’impaginazione molto varia, con pagine di