editoriale
Spesso uno tsunami
è necessario e positivo.
di Roberto De Laurentis
E
Roberto De Laurentis
Presidente dell’Associazione
Artigiani e Piccole Imprese della
Provincia di Trento.
ra il 26 dicembre 2004 quando un violento terremoto, originatosi nelle profondità dell’oceano Indiano, scatenava un tragico tsunami che avrebbe seminato distruzione, morte, silenzio
su coste ed isole del sud-est asiatico. Una tragedia di proporzioni bibliche con oltre 230 mila
vittime e quasi 70 mila persone disperse. Una tragedia che sembrava aver messo la parola “fine” a paradisi tropicali, a paesaggi da cartolina, a località da sogno, a popolazioni che, peraltro da sempre, erano abituate a subire e sopportare tanto le violenze della natura quanto i disastri dell’uomo. Per di più in paesi che non si potevano certo definire progrediti. Da qualche
momento, in internet sul mio computer, ho smesso di scorrere una serie di fotografie scattate
allora nell’immediato dopo tsunami e ripetute oggi nelle medesime inquadrature. Ebbene,
nello spazio di pochi anni, tutto è stato ricostruito e tutto trasmette l’idea di un nuovo mondo: capace – fors’anche perché senza molte alternative – di cancellare la paura, disposto a rimboccarsi ancora una volta le maniche, pronto a partire nella ricostruzione delle bellezze perdute, delle infrastrutture distrutte, delle comunità disperse. Mentre, nello studiare quelle
fotografie, non nego di aver provato imbarazzo facendo il paragone con l