L' Artigianato Gennaio 2015 | Page 13

associazione pensioni Sotto i mille euro il 40% dei pensionati trentini In Trentino i pensionati prendono in media circa 1.400 euro lordi al mese, circa 50 euro in più della media italiana, perché in provincia la continuità nel versamento dei contributi è maggiore che nel resto del Paese. Si conferma la distanza tra gli uomini e le donne che guadagnano circa il 40% in meno dei primi, perché storicamente la loro presenza nel mercato del lavoro è meno assidua o caratterizzata da forme lavorative con minor contribuzione, come il part-time. P ur calando, per effetto della riforma Fornero, il numero complessivo di nuove pensioni liquidate (5.207 nel 2013 contro le 5.288 del 2012), la cifra che serve per finanziarle continua a crescere: nel 2013 la spesa pensionistica complessiva in Trentino per i pensionati Inps, ex Indpap e delle altre casse non Inps (giornalisti, avvocati e così via) è salita a oltre 2 miliardi 438 milioni di euro, 70 milioni più del 2012. Sono i dati del rapporto annuale Inps 2014 presentato ieri dal Direttore regionale Marco Zanotelli al Consiglio provinciale. Se si considera l’intero universo delle pensioni dei residenti in Trentino si nota un calo del numero di pensionati che si fermano a 141.401 (224 in meno del 2012), mentre l’entità degli assegni, seppur di poco, aumenta. In media un pensionato trentino, con 1,46 assegni pensionistici medi a testa (si possono cumulare più pensioni), nel 2013 ha portato a casa 17.242,46 euro lordi, pari a 1.436 euro lordi al mese. Nel 2012 l’assegno annuo era pari a 16.710,56 euro. Restano ancora lontani gli assegni di uomini e donne in pensione. In particolare se si guarda agli assegni previdenziali, si nota come quelli che vanno agli uomini pesino per 1.269 euro mentre quelli che vanno alle donne pesano per 612 euro. Se lo sguardo va a quanto effettivamente prendono i pensionati, facendo riferimento al reddito che deriva da una o più pensioni, la distanza si riduce anche se rimane elevata. In particolare i pensionati uomini possono contare in media su 1.750 euro lordi al mese, le pensionate donne su 1.164 euro lordi al mese (il 33% in meno). «La distanza va colmata – ha detto Zanotelli – e lo si fa aumentando la partecipazione femminile al mondo del lavoro. In Trentino nel 2013 questo è accaduto in particolare nelle professioni intellettuali». L’analisi dei dati relativi al reddito da pensioni mette in evidenza come in Trentino, grazie al fatto che «i contributi vengono pagati più che altrove», il numero di pensionati è superiore ad altre zone d’Italia (in Trentino c’è 1 pensionato ogni 4 abitanti) e il reddito è più elevato. Ciononostante, considerando tutti i tipi di assegno che vanno a integrare il reddito da pensione (dalla vecchiaia all’invalidità e così via), quasi 4 su 10 ha un reddito pensionistico sotto i 1.000 euro (il 38,9% pari a oltre 52mila pensionati, in Italia si è al 43%), mentre l’8,8% (circa 12mila pensionati) ha pensioni sotto i 500 euro. Nel 2013 l’effetto Fornero si è fatto sentire praticamente solo sul settore pubblico, dove l’innalzamento di un anno circa dei contributi minimi per andare in pensione ha ridotto le uscite. Le nuove pensioni pubbliche (ex Inpdap) nel 2013 si fermano a 783 (-29%), quelle private aumentano invece 4.427 (+5,9%) anche per l’incremento di domande degli artigiani. [S.F.] Anno LXVI N. 1 Gennaio 2015 l’Artigianato 11