associazione
pensioni
Sotto i mille euro il 40%
dei pensionati trentini
In Trentino i pensionati prendono
in media circa 1.400 euro lordi
al mese, circa 50 euro in più della
media italiana, perché in provincia
la continuità nel versamento dei
contributi è maggiore che nel resto
del Paese. Si conferma la distanza
tra gli uomini e le donne che
guadagnano circa il 40% in meno
dei primi, perché storicamente
la loro presenza nel mercato
del lavoro è meno assidua o
caratterizzata da forme lavorative
con minor contribuzione, come
il part-time.
P
ur calando, per effetto della riforma Fornero,
il numero complessivo di nuove pensioni liquidate (5.207 nel 2013 contro le 5.288 del
2012), la cifra che serve per finanziarle continua a
crescere: nel 2013 la spesa pensionistica complessiva
in Trentino per i pensionati Inps, ex Indpap e delle
altre casse non Inps (giornalisti, avvocati e così via) è
salita a oltre 2 miliardi 438 milioni di euro, 70 milioni più del 2012. Sono i dati del rapporto annuale
Inps 2014 presentato ieri dal Direttore regionale Marco Zanotelli al Consiglio provinciale.
Se si considera l’intero universo delle pensioni dei
residenti in Trentino si nota un calo del numero di
pensionati che si fermano a 141.401 (224 in meno del
2012), mentre l’entità degli assegni, seppur di poco,
aumenta. In media un pensionato trentino, con 1,46
assegni pensionistici medi a testa (si possono cumulare più pensioni), nel 2013 ha portato a casa 17.242,46
euro lordi, pari a 1.436 euro lordi al mese. Nel 2012
l’assegno annuo era pari a 16.710,56 euro.
Restano ancora lontani gli assegni di uomini e
donne in pensione. In particolare se si guarda agli assegni previdenziali, si nota come quelli che vanno
agli uomini pesino per 1.269 euro mentre quelli che
vanno alle donne pesano per 612 euro. Se lo sguardo
va a quanto effettivamente prendono i pensionati, facendo riferimento al reddito che deriva da una o più
pensioni, la distanza si riduce anche se rimane elevata. In particolare i pensionati uomini possono contare
in media su 1.750 euro lordi al mese, le pensionate
donne su 1.164 euro lordi al mese (il 33% in meno).
«La distanza va colmata – ha detto Zanotelli – e lo si
fa aumentando la partecipazione femminile al mondo del lavoro. In Trentino nel 2013 questo è accaduto
in particolare nelle professioni intellettuali».
L’analisi dei dati relativi al reddito da pensioni
mette in evidenza come in Trentino, grazie al fatto
che «i contributi vengono pagati più che altrove», il
numero di pensionati è superiore ad altre zone d’Italia
(in Trentino c’è 1 pensionato ogni 4 abitanti) e il reddito è più elevato. Ciononostante, considerando tutti
i tipi di assegno che vanno a integrare il reddito da
pensione (dalla vecchiaia all’invalidità e così via),
quasi 4 su 10 ha un reddito pensionistico sotto i 1.000
euro (il 38,9% pari a oltre 52mila pensionati, in Italia
si è al 43%), mentre l’8,8% (circa 12mila pensionati)
ha pensioni sotto i 500 euro.
Nel 2013 l’effetto Fornero si è fatto sentire praticamente solo sul settore pubblico, dove l’innalzamento
di un anno circa dei contributi minimi per andare in
pensione ha ridotto le uscite. Le nuove pensioni pubbliche (ex Inpdap) nel 2013 si fermano a 783 (-29%),
quelle private aumentano invece 4.427 (+5,9%) anche
per l’incremento di domande degli artigiani.
[S.F.]
Anno LXVI
N. 1
Gennaio 2015
l’Artigianato
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