L' Artigianato Gennaio 2015 | Page 10

associazione camera di commercio di trento Indagine trimestrale sulla congiuntura Ha avuto luogo lo scorso 2 dicembre la presentazione dei dati che fotografano l’evoluzione dell’economia del Trentino nei mesi di luglio, agosto e settembre confrontandola con i dati delle precedenti rilevazioni. di Stefano Frigo N el corso dell’incontro – al quale ha partecipato anche Paolo Nicoletti, Direttore generale della Provincia autonoma di Trento – il Presidente della Camera di Commercio, Giovanni Bort, ha tracciato un quadro realistico del momento che sta attraversando il tessuto economico locale. «All’inizio del 2014 – ha spiegato il presidente Bort – molti osservatori economici prevedevano che quello in corso sarebbe stato il primo anno in cui il Prodotto interno lordo italiano poteva tornare positivo dopo la recessione registrata nel biennio precedente. In realtà i dati, illustrati nell’indagine curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, hanno messo in evidenza come proprio a partire dai primi mesi dell’anno l’economia italiana sia entrata in una fase di stagnazione. La spesa pubblica si è mantenuta su livelli modesti, gli investimenti pubblici e privati hanno registrato ulteriori diminuzioni, i consumi delle famiglie, pur con qualche segnale incoraggiante, non sono ripartiti secondo le attese, il trend di crescita delle esportazioni ha subito una decelerazione. La Legge di stabilità varata dal governo italiano nelle scorse settimane sembra caratterizzata da un allentamento dell’attenzione sugli obiettivi di bilancio, così come sta avvenendo anche in altri Paesi europei, per tentare, pur negli stretti limiti indicati dall’Ue, di restituire (ad esempio attraverso misure come il Tfr in busta paga) maggior potere d’acquisto alle famiglie. Ma la Legge di stabilità contiene anche preoccupanti – e, a nostro giudizio, inaccettabili – indicazioni per il 2016 che, in caso di mancato conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, prevedono di varare misure di inasprimento della pressione fiscale (si parla di un aumento dell’Iva dal 22% al 24%) con probabili risultati catastrofici. A livello locale – ha proseguito il Presidente – i dati congiunturali relativi al nostro tessuto economico mostrano analoghe difficoltà, solo parzialmente compensate da alcune eccellenti performance di imprese 8 l’Artigianato Anno LXVI N. 1 Gennaio 2015 medio-grandi del settore manifatturiero e dei servizi che hanno saputo trovare, in questa fase difficile, l’occasione per razionalizzare i processi, abbattere alcune voci di costo, migliorare la qualità del prodotto e, in taluni casi, cercare di consolidare la loro presenza sui mercati esteri. L’elemento caratterizzante di questa fase economica è rappresentato, anche in ambito locale, dalla persistente debolezza della domanda interna. Anche in questo trimestre il fatturato realizzato dalle imprese in ambito provinciale è diminuito del 3,5% su base annua. Il mercato provinciale costituisce il mercato più rilevante per il complesso delle imprese trentine, anche se la sua incidenza, in costante, lenta diminuzione negli ultimi anni, è ormai di poco superiore al 45%; il mercato estero pesa invece per il 27,5%, una quota che nello stesso periodo è costantemente aumentata. Con riferimento alla finanza provinciale il governo centrale (attraverso il cosiddetto “Patto di garanzia”) ha chiesto e ottenuto dalla nostra Autonomia uno sforzo senza precedenti per concorrere all’azione di risanamento delle finanze pubbliche. In un quadro di consistenti tagli al bilancio – ha concluso il Presidente Bort – la Giunta provinciale, accanto a decise e significative misure per la riduzione e la razionalizzazione della spesa pubblica, ha dovuto, giocoforza, ridurre incentivi e contributi diretti per privilegiare il rafforzamento delle agevolazioni fiscali (agevolazioni Irap e crediti d’imposta) a favore delle imprese che operano sul territorio, indirizzando le agevolazioni verso quelle che garantiranno piani di investimento strutturale e manterranno i livelli occupazionali. Abbiamo però chiesto maggiore impegno per tutte quelle imprese – e sono più del 90% del tessuto imprenditoriale – che rappresentano la parte preponderante del sistema economico trentino (costruzioni, commercio, servizi alle imprese) e che operano per soddisfare la domanda locale di beni e servizi, sia pubblica sia privata».