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associazione
accordi
migliorabile. Ciò vale per molti settori della nostra
piattaforma tecnologica e produttiva. Sul terreno dell’innovazione, nel quale molto abbiamo investito in
questi anni, assistiamo ancora a uno scarto fra le potenzialità del sistema e ciò che veramente riusciamo
a concretizzare, a tradurre in prodotti e servizi. Serve
trovare un punto di incontro, di mediazione. Ciò vale a maggior ragione per l’internazionalizzazione;
servono certamente degli strumenti più sofisticati,
che sono quelli che abbiamo cercato di inserire nel
decalogo. L’accordo che firmiamo oggi con le banche
costituisce uno dei punti qualificanti di quella piattaforma. Stiamo anche costituendo un fondo strategico per gli investimenti territoriali che potrà avere
un ruolo significativo anche per quanto riguarda la
partita dell’internazionalizzazione. Finanza e credito,
insomma, rappresentano una variabile cruciale di
sviluppo per le nostre imprese. Gli accordi firmati oggi sono ispirati proprio dalla consapevolezza che il sistema bancario può svolgere una innovativa funzione di accompagnamento delle attività di business nei
mercati esteri, attraverso il collegamento operativo
tra la rete trentina e le sedi internazionali dei Gruppi
bancari coinvolti».
La conferenza odierna, alla quale hanno partecipato circa 200 rappresentanti di imprese, banche ed enti
territoriali e nell’ambito della quale è avvenuta la firma, ha consentito da un lato di mettere a fuoco le ten-
«Il sistema bancario può svolgere
un’innovativa funzione
di accompagnamento delle attività
di business nei mercati esteri,
attraverso il collegamento
operativo tra la rete trentina
e le sedi internazionali dei Gruppi
bancari coinvolti».
Sostegno
all’internazionalizzazione
delle imprese trentine, nuovi
criteri attuativi dei contributi
coordinate da enti istituzionali, consorzi e cooperative;
la misura del contributo è pari al 30% delle spese.
Il terzo intervento riguarda i contributi per progetti
imprenditoriali di internazionalizzazione che
si distinguono in contributi alle imprese per: a) piani
di marketing internazionale con una misura
di intervento del 50% delle spese; b) missioni all’estero,
azioni di incoming e campagne pubblicitarie organizzate
direttamente da piccole o medie imprese con più
di 15 dipendenti, con una misura di intervento del 30%
delle spese.
Il quarto intervento è inerente ai contributi alle piccole
e medie imprese per servizi specialistici di sostegno
all’internazionalizzazione, quali: analisi di mercato,
analisi della concorrenza, posizionamento di prodotto,
certificazioni di prodotto necessarie per
la commercializzazione nei Paesi all’estero e assistenza
legale e amministrativa per la contrattazione all’estero;
la misura di intervento si attesta al 50% delle spese.
Infine il quinto intervento riguarda i contributi alle
piccole e medie imprese per l’assunzione a tempo
indeterminato di giovani (fino a 35 anni di età) laureati
o diplomati con esperienza lavorativa, da allocare
all’estero presso le loro filiali commerciali ovvero presso
altre imprese legate da accordi commerciali o produttivi
formalizzati giuridicamente; la misura del contributo
è pari al 40% delle spese per allocazioni fuori
dall’Unione europea e al 30% delle spese per allocazioni
nell’ambito dell’Unione europea.
di Stefano Frigo
Molte le novità tra cui spicca l’aiuto per le assunzioni
di giovani inviati all’estero.
La Giunta provinciale ha approvato i nuovi criteri attuativi
dei contributi a sostegno dell’internazionalizzazione delle
imprese trentine, di cui agli articoli 7 e 24 sexies della legge
provinciale sugli incentivi alle imprese (la 6 del 1999).
Gli interventi oggi delineati si declinano in 5 strumenti.
Il primo riguarda i contributi sulle spese sostenute
da piccole e medie imprese per la partecipazione a fiere
internazionali, con percentuali d’intervento che variano
dal 70 al 25%. Il secondo riguarda i contributi per
le azioni di sistema che si sostanziano in aiuti a:
a) consorzi e cooperative con finalità statutaria
di sostenere l’internazionalizzazione delle imprese
associate; la misura di intervento si attesta al 50%
dei costi sostenuti per tali attività; b) piccole e medie
imprese con non più di 15 dipendenti per missioni
all’estero, azioni di incoming e campagne pubblicitarie,
denze del settore, alla luce della crisi internazionale, e
dall’altro di valutare le misure operative messe in campo fino ad oggi per sostenere le imprese. Sono stati anche presentati un paio di esempi di successo, quello
della Capi group di Volano, che è parte della filiera Dana, e quello della Mec di Scurelle.
Andrea Fracasso, ricercatore senior dell’Università
di Trento, ha parlato di una dinamica dell’export complessivamente vivace per il Trentino, sia prima che dopo la crisi, anche se si potrebbe fare di più. Carta,
macchine, agricoltura, bevande i settori più vivaci,
per un export che si rivolge soprattutto ai Paesi più
sviluppati. La competizione però è sempre più ampia
e serrata. Per questo bisogna fare sistema, mettendo
assieme amministrazioni, imprese, università, banche, e andando insomma nella direzione indicata anche dall’accordo siglato oggi.
Anno LXIV
N. 1
Gennaio 2013
l’Artigianato
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