editoriale
Ieri, oggi, domani..
noi ci saremo sempre!
di Roberto De Laurentis
C
Roberto De Laurentis
Presidente dell’Associazione
Artigiani e Piccole Imprese della
Provincia di Trento.
ome accaduto altre volte, riesco a scrivere queste righe solo adesso, in abbondante ritardo
sull’abituale data di consegna dell’editoriale. E desidero, quindi, scusarmi subito tanto con
il Direttore della nostra rivista, Stefano Frigo, per il molto disturbo procurato quanto con i
miei pochi – tuttavia attenti e buoni – lettori ai quali arriverà forse in ritardo, ma sempre
sincero e mai formale, il mio augurio di Buone Feste. Purtroppo gli ultimi mesi dell’anno
sono ormai talmente densi di appuntamenti assortiti, di incontri sui più disparati argomenti, di eventi purchessia, di inaugurazioni talvolta del tutto inutili che mi diventa difficile
non solo mantenere gli impegni in calendario ma, spesso, anche capire dove mai io stia andando, di cosa mai stia parlando, perché mai lo stia facendo. A volte, probabilmente, più
per l’obbligo dettato dal ruolo che per l’opportunità della scelta. Perfino in un anno, come
questo 2013, che – con le dimissioni dell’ex Presidente Dellai e con una campagna elettorale lunga dieci mesi – ritengo “sospeso e immobile” tra assenza della politica, e dunque di
ogni scelta strategica economico-sociale, tra fatiche delle imprese, tra difficoltà delle famiglie, tra contraddizioni di una comunità trentina. Polverizzata in duecentodiciassette comuni, in larga parte colpiti da male del campanile e affetti da nanismo strutturale. Suddivisa
in sedici Comunità di Valle, non autonome ma dipendenti da piazza Dante. Posizionata nel
cosiddetto “sistema trentino” che sembra esistere solamente nella iconografia ufficiale: diviso com’è, nel quotidiano, in gruppi di appartenenza, in orti ed orticelli di categoria, in interessi perlopiù personali. Capace di cooperazione (nel senso letterale, non corrente del termine) e di volontariato (quello buono, non quello che costa una fortuna al contribuente)
soprattutto all’esterno prima ancora che all’interno della nostra comunità. Un “sistema
trentino” che fino ad oggi ha tenuto, grazie all’ingente quantità di denaro disponibile, ma
che non penso possa tenere ancora a lungo. Sia per la volontà romana di ridurre le risorse
alle autonomie sia per l’alto costo – che non ci possiamo più permettere – di una macchina
pubblica pesante, lenta, difficile da governare nel momento in cui si va riducendo, insieme
al numero delle imprese, il prodotto interno lordo e dunque anche quel 90% che rimane
sul territorio. Nel momento stesso in cui si riempiono i costosi ammortizzatori sociali di
persone in mobilità, di disoccupati, di non-occupati, di coloro che usciranno – magari tra
qualche anno – dal mondo del lavoro.
Non mi sembra, tuttavia, né giusto né corretto guardare e giudicare sempre e solo gli “altri”. Mi ero ripromesso di scrivere dell’Associazione, e mantengo l’impegno, tracciando una
breve sintesi sulla struttura, sull’attività sindacale, sul’assetto economico. Nello scorso maggio, rinnovando gli 8/11.mi della Giunta provinciale, sono stato riconfermato alla presidenza. Penso per il lavoro svolto in questi quattro anni e per l’immagine di forza, di serietà, di
presenza che l’Associazione è andata via via assumendo. Si procederà, dunque, in quella linea del fare scelte (possono non soddisfare tutti) e del mantenere il rigore (possono non condividere taluni) che continuerà a caratterizzare ogni nostra azione. Con quello che ciò comporta poiché le scelte certamente dividono ma sono necessarie se vogliamo tutelare i 252
collaboratori che operano nell’Associazione, in SAPI, in Trentino Imprese. Collaboratori che,
a loro volta, hanno il compito di dare risposte precise, certe, tempestive ad ogni bisogno o
richiesta delle nostre 9.970 imprese associate. E mantenere il rigore è necessario poiché, se è
vero che l’Associazione è un sindacato democratico aperto ad ogni associato, è altrettanto
vero che i 19,5 milioni di ricavi prodotti anche quest’anno (oltre 820.000 gli euro in tasse)
sono il risultato di una corretta e rigorosa “gestione aziendale”. Poiché l’Associazione, a mio
parere, è un’azienda e come tale va gestita. Esattamente come avviene nella nostra azienda,
dove – se c’è ampio spazio per il rapporto umano, la voglia di collaborazione, spesso perfino
l’amicizia sincera – c’è comunque un imprenditore che si assume responsabilità, peso, rischio di ogni decisione, di cosa e come farlo.
Nell’Associazione Artigiani ci sono una Presidenza, una Giunta provinciale, un Consiglio Direttivo, una Assemblea Generale che – attraverso la forte, continua e talvolta dura azione sindacale – hanno l’obiettivo di proteggere, di far vivere, di promuovere le imprese. E questo obiettivo lo vogliono raggiungere attivando ogni iniziativa che possa
fornire un supporto globale alle imprese associate. Oggi. Come è avvenuto ieri e come
accadrà domani. E continueremo su questa strada perché – come detto nell’Assemblea
Generale del 1° dicembre e come recita il titolo di queste righe – il nostro mondo artigiano viene da lontano e va lontano. Un mondo che a differenza di altri – come amo ripetere – c’era, c’è, ci sarà sempre. Un mondo non di capitali finanziari ma di persone vere. Alle quali rivolgere l’augurio affettuoso di Buone Feste. E che possa essere un 2014
da ricordare.
Anno LXIV
N. 12
Dicembre 2013
l’Artigianato
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