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disoccupazione
Disoccupazione al 12,5%
Top dal 1977
Per i giovani tasso record al 40,4%
A settembre il numero di disoccupati è cresciuto di 390mila persone rispetto
all’anno precedente e sfiora quota 3,2 milioni. I senza lavoro tra i 15 e i 24 anni
sono più di 650mila, con un’incidenza del 10,9% sul totale della popolazione
giovane. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%.
di Stefano Frigo
L
o sottolineano tutti gli economisti e gli osservatori: i segnali di ripresa economica scritti nei
dati sul Pil e sul clima di fiducia delle imprese
hanno bisogno di più tempo – almeno un semestre –
per trasferirsi sul mercato del lavoro. Ma quest’ultimo
è ciò che si sente sulla pelle dei cittadini e i dati provvisori rilasciati dall’Istat bruciano assai. Il tasso di disoccupazione a settembre segna un nuovo record salendo al 12,5%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su
agosto e di 1,6 punti su base annua. È il valore più alto
dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Stesso discorso vale per i giovani: il tasso di disoccupazione giovanile
(popolazione tra i 15 e i 24 anni) a settembre registra
un altro record, salendo al 40,4%, in aumento di 0,2
punti percentuali su agosto e di 4,4 su base annua. Anche in questo caso è il valore più alto dall’inizio sia
delle serie mensili che delle trimestrali.
Il numero di disoccupati, spiega l’Istituto di Statistica, ha raggiunto a settembre quota 3 milioni e 194
mila persone, in aumento dello 0,9% rispetto al mese
precedente (+29mila persone) e del 14% su base annua (+391mila). Guardando ai giovani, i disoccupati
tra 15 e 24 anni sono 654mila. L’incidenza dei disoccupati di in quella fascia d’età sul totale della popolazione compresa tra i 15 e i 24 anni è del 10,9%, in calo
di 0,2 punti percentuali rispetto ad agosto ma in crescita di 0,6 punti su base annua. Quanto al numero
di “individui inattivi” tra 15 e 64 anni (cioè quelli
che non rientrano nella forza lavoro) aumenta dello
0,5% rispetto al mese precedente (+71mila) ma rimane sostanzialmente invariato rispetto a dodici mesi
prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti su base annua.
Guardando il rovescio della medaglia, cioè il tasso di occupazione, questo si attesta al 55,4%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,2 punti rispetto a dodici mesi
prima. Per rendersi conto del ritardo, basta pensare
che, secondo gli obiettivi europei al 2020, l’Italia dovrebbe raggiungere un tasso di occupazione del 67%
per quella data (nella fascia di popolazione tra 20 e
64 anni). Gli occupati a settembre si sono fermati a
22 milioni 349mila, in diminuzione dello 0,4% rispetto al mese precedente (-80 mila) e del 2,1% su
base annua (-490mila).
Se si considera infine la differenza di genere, il tasso di occupazione maschile, pari al 64,4%, diminuisce
di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e
di 1,7 punti su base annua. Quello femminile, pari al
46,5%, diminuisce di 0,3 punti in termini congiunturali e di 0,7 punti percentuali rispetto a dodici mesi
prima. Il tasso di disoccupazione maschile, invece, rimane invariato al 12% rispetto al mese precedente e
aumenta di 1,8 punti nei dodici mesi; quello femminile, al 13,2%, aumenta di 0,3 punti rispetto al mese
precedente e di 1,3 punti su base annua.
Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività
Settembre 2013, dati destagionalizzati
Valori percentuali
Tasso di occupazione 15-64 anni
Variazioni congiunturali
[in punti percentuali]
Variazioni tendenziali
[in punti percentuali]
55,4
-0,2
-1,2
Tasso di disoccupazione
12,5
0,1
1,6
Tasso di disoccupazione 15-24 anni
40,4
0,2
4,4
Incidenza disoccupati su popolazione 15-24 anni
10,9
-0,2
0,6
Tasso di inattività 15-64 anni
36,4
0,2
0,1
Anno LXIV
N. 12
Dicembre 2013
l’Artigianato
15